OBIETTIVI FUTURI
La recente ricerca di Arthur D. Little evidenzia le sfide e le opportunità del Trasporto Pubblico Locale (TPL) in Italia, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere una flotta a emissioni quasi zero entro il 2033. La transizione verso veicoli elettrici e a basso impatto ambientale richiede un cambio di paradigma in un settore attualmente frammentato e carente in termini di investimenti. Questo articolo esplora i punti chiave della ricerca, inclusi i costi stimati, le esigenze infrastrutturali e le soluzioni proposte per attrarre investimenti privati e pubblici
La transizione verso una flotta green non solo ridurrebbe le emissioni di CO2, ma avrebbe anche un impatto positivo sull’occupazione
Il TPL in Italia mostra evidenti difficoltà nel rispondere alle esigenze di sostenibilità e modernizzazione. Attualmente, il parco mezzi italiano presenta un’età media superiore a 14 anni, molto al di sopra della media europea di 9 anni. L’adozione di veicoli elettrici o ibridi è marginale, e la maggior parte delle flotte resta ancora alimentata a diesel, il che impatta significativamente l’ambiente e i costi operativi. La causa principale di questa situazione è l’eccessiva frammentazione del settore, con oltre 900 operatori locali che spesso dispongono di risorse limitate, impedendo investimenti adeguati in nuove tecnologie e infrastrutture.
Un obiettivo ambizioso: il target del 2033
Arthur D. Little stima che per raggiungere il target del 95% di veicoli green entro il 2033 sarà necessario sostituire in media 1.700 autobus ogni anno e dotarsi di un’infrastruttura di ricarica adeguata. Questo piano richiede un investimento totale di circa 9-10 miliardi di euro, ma l’attuale disponibilità di fondi pubblici, principalmente provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile (PSNMS), copre solo il 40% del fabbisogno stimato. Questa carenza di risorse finanziarie rende indispensabile l’apporto di capitali privati, che possono essere attratti attraverso meccanismi di incentivazione e un miglioramento del contesto finanziario del settore.
Il ruolo della governance e l’AssetCo nazionale
Una delle proposte principali di Arthur D. Little è la creazione di una “AssetCo” nazionale, una società centralizzata che si occupi dell’acquisto e della manutenzione dei mezzi, nonché della gestione delle infrastrutture di ricarica. Questa struttura permetterebbe di superare l’attuale frammentazione del settore, sfruttando economie di scala e ottimizzando la spesa pubblica e privata. L’AssetCo potrebbe facilitare la raccolta di fondi privati grazie a un miglioramento del rating creditizio del settore e una maggiore stabilità finanziaria, attraendo così investimenti attraverso strumenti come i Green Bond e i fondi ESG (Environmental, Social, Governance).
Tecnologia e sostenibilità: le scelte energetiche del futuro
La transizione verso una flotta TPL green non si limita alla sola elettrificazione. Sebbene i bus elettrici rappresentino una parte significativa della soluzione, l’AssetCo manterrebbe un approccio “technology neutral,” integrando anche soluzioni a gas naturale compresso (GNC) e idrogeno. Questa diversificazione tecnologica è fondamentale per garantire che il TPL possa adattarsi a varie esigenze territoriali e operative, considerando le specificità di ogni contesto urbano. L’adozione di tecnologie flessibili, come veicoli a idrogeno per tratte più lunghe e autobus elettrici per percorsi brevi, permetterebbe una gestione più efficiente del sistema TPL.
Incentivi e strategie finanziarie per la transizione verde
Il processo di transizione energetica del TPL richiede non solo ingenti capitali, ma anche un sistema di governance capace di gestire efficientemente questi fondi. Arthur D. Little suggerisce che l’AssetCo potrebbe garantire risparmi significativi, stimati in circa 1,7 miliardi di euro in costi operativi e 1 miliardo in conto capitale, grazie all’acquisto centralizzato e alla manutenzione agevolata dei veicoli. Gli operatori locali di TPL, liberati dall’onere degli investimenti in nuove flotte, potrebbero così focalizzarsi sul miglioramento del servizio, aumentando la qualità e la sostenibilità del trasporto pubblico.
Il Modello del partnership pubblico-privato e il ruolo delle amministrazioni locali
La realizzazione di una AssetCo nazionale implica il coinvolgimento attivo degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche. Arthur D. Little propone un modello di partnership pubblico-privato (PPP) che permetterebbe di massimizzare l’effetto moltiplicatore dei fondi pubblici attraverso l’apporto di capitali privati. In questo contesto, le amministrazioni locali avrebbero il ruolo di garanti e facilitatori, contribuendo alla definizione delle esigenze locali e garantendo che i fondi siano utilizzati in modo efficiente per rispondere alle reali necessità delle comunità. Questo approccio, inoltre, permetterebbe di mantenere una governance trasparente e unitaria, riducendo i rischi di dispersione dei fondi e assicurando una gestione coordinata a livello nazionale.
Sfide e opportunità: rilanciare il TPL Italiano
Il rapporto di Arthur D. Little mette in luce che, sebbene la trasformazione del TPL in Italia richieda investimenti significativi, il settore ha un potenziale di sviluppo elevato che potrebbe beneficiare l’intero sistema industriale del paese. La transizione verso una flotta green non solo ridurrebbe le emissioni di CO2, ma avrebbe anche un impatto positivo sull’occupazione, rafforzando la filiera italiana della produzione di mezzi e infrastrutture di ricarica. Inoltre, l’integrazione di nuove tecnologie e la creazione di un’AssetCo nazionale rappresenterebbero un’occasione per innovare il sistema di trasporto pubblico, aumentando l’efficienza e migliorando la qualità del servizio per i cittadini. Il settore del TPL in Italia è in un momento cruciale, tra esigenze di modernizzazione e sfide economiche. La creazione di un’AssetCo nazionale, come proposta da Arthur D. Little, rappresenta una soluzione pragmatica per accelerare la transizione energetica e attrarre investimenti privati, assicurando al contempo che i fondi pubblici siano gestiti in modo efficiente. Se attuato, questo modello potrebbe trasformare il TPL in un sistema più sostenibile, accessibile e competitivo, contribuendo alla riduzione delle emissioni e al miglioramento della qualità della vita nelle città italiane.