I fratelli Stefano e Sebastiano Moreschi hanno trasformato l’azienda, fondata nel 1967 ad Arzago da Carlo nel garage di casa, in una realtà internazionale del settore Chiusure Industriali. Oggi ha sedi anche negli Stati Uniti e in India. Il successo ottenuto dal passaggio della produzione alla progettazione su misura, all’installazione e alla manutenzione programmata. Nuovo filone di business la protezione dei laboratori dove filtrazione di aria e temperature vanno controllati ai massimi livelli
“Quel che saremo domani nasce da ciò che eravamo ieri”
Lo slogan della Moreschi Srl di Arzago d’Adda riassume bene la storia di una realtà fondata nel 1967 da Carlo Moreschi, fabbro arzaghese, e che oggi, 55 anni dopo, è
un’azienda leader nel campo delle Chiusure Industriali. Gestita dai fratelli Stefano e Sebastiano Moreschi, rispettivamente Presidente e Direttore Generale (il primo segue la parte commerciale, il secondo la produzione: papà Carlo è mancato sei anni fa, anche se la sua presenza si respira ancora nel quartier generale della ditta), l’azienda oggi ha un centinaio di collaboratori tra le sedi di Arzago, negli Stati Uniti e in India. “Il nostro principale obiettivo è quello di risolvere i problemi dei nostri clienti: questa è la nostra filosofia aziendale – spiega Stefano Moreschi –: non ci limitiamo a produrre Portoni Industriali, ma seguiamo con professionalità tutto il processo produttivo, dal commerciale alla progettazione, dalla produzione all’installazione e al post vendita.”
Un iter produttivo che avviene tutto all’interno del quartier generale di via Lodi ad Arzago, a pochi metri dallo svincolo della nuova variante che porta a Lodi e al casello della Brebemi. Se oggi la Moreschi rappresenta una tipica storia di successo dell’imprenditoria italiana a livello mondiale lo si deve alle prime intuizioni di papà Carlo – che fondò la ‘Carlo Moreschi lavori in ferro’, poi diventata la ‘Moreschi porte cancelli’, ‘Moreschi portoni’ e infine ‘Moreschi chiusure industriali’ – e alle competenze acquisite sul campo e in famiglia dai due figli.
“Spesso i clienti non chiedono soltanto il portone dell’azienda – aggiunge Stefano Moreschi –, ma tutti i portoni necessari per l’intera impresa, a seconda delle esigenze. Così forniamo un pacchetto completo; questo ci porta a differenziarci sul mercato risultando concorrenziali. Lo abbiamo fatto di recente alla Mazzoleni, azienda zootecnica di Cappella Cantone, nel grissinificio Delizie Bakery di Cherasco: il cliente è felice di avere un unico referente. Accanto a questo, stiamo puntando molto sulle manutenzioni: abbiamo squadre dedicate a interventi d’urgenza e a manutenzioni programmate e obbligatorie, una sorta di tagliando. Su porte e portoni motorizzate è fondamentale la manutenzione periodica come avviene per le auto, sia per la sicurezza sia per la durabilità del prodotto. Fin da quando costruivamo con il papà le prime inferriate, abbiamo sempre puntato su qualità di materiali, produzione e installazione, con specifici tempi e modi. In azienda riceviamo direttamente dai produttori la materia prima, la lavoriamo, la trasformiamo e la installiamo, in un ciclo completo”. Il pensiero corre inevitabilmente al lontano 1967. “L’attività è nata nel garage della casa dei nostri nonni, in centro ad Arzago – ricorda con nostalgia Stefano –: era una realtà di paese e mio papà lavorava solo nei paesi qui attorno. Con mio fratello abbiamo sviluppato quello che era un prodotto artigianale, il portone industriale, trasformandolo in Chiusura Industriale, realizzato su commesse specifiche.”
L’azienda
La storia di Moreschi è un grande racconto di imprenditorialità artigianale italiana. L’azienda nasce nel 1967 dalle sapienti mani di Carlo Moreschi, fabbro di paese con un sogno: trasformare la sua attività artigianale in qualcosa di più. Qualcosa di più grande, di più forte, di più ambizioso. Vent’anni dopo, nel 1987, l’attività industriale diviene l’attività principale, con l’entrata in azienda del figlio Stefano. Di lì a pochi anni la produzione di chiusure industriali diviene il core business dell’azienda. Con l’ingresso del fratello Sebastiano, ingegnere meccanico, c’è una spinta decisiva all’ulteriore trasformazione della Moreschi in un’azienda moderna, all’avanguardia, innovativa, rivolta al futuro.
Nel 2008 viene inaugurata una nuova area produttiva di ben 7.000 mq, che si aggiunge ai 6.000 mq già presenti, dotata impianti tecnologici e flussi di produzione all’avanguardia. Da quel momento in poi, l’espansione. La nuova linea di produzione a iniezione di poliuretano permette il raddoppio della capacità produttiva delle chiusure coibentate, e nel 2010 nasce la prima realtà produttiva di Moreschi in India. L’azienda ha un deciso sviluppo internazionale, con la nascita e il consolidamento di rapporti commerciali con i principali mercati esteri. Nel 2015 nasce la sede commerciale negli USA.
“Oggi realizziamo progetti e portoni che vanno dalle porte piccole per le camere bianche in ambiente farmaceutico, all’automotive, alla microelettronica, fino a porte e portoni per hangar di cantieri navali, porti, aeroporti ed eliporti. In questo periodo, per esempio, stiamo realizzando un mega portone da 64 metri per 14, che sarà installato in un hangar privato dell’aeroporto di Linate: è un mix tra un libro e uno scorrevole, di fatto un prodotto studiato ad hoc, come siamo soliti fare per venire incontro alle specifiche richieste dei nostri clienti. Negli Anni Ottanta e Novanta c’è stato il boom economico e venivano prodotti tantissimi portoni per aziende medio-piccole da tanti costruttori – aggiunge il Presidente –: eravamo tutti in concorrenza tra di noi, perché si proponeva all’incirca lo stesso prodotto e cambiava di fatto soltanto il prezzo. Da oltre un decennio a questa parte abbiamo cambiato pelle e iniziato una nuova fase con prodotti fatti su misura”.
I clienti arrivano anche grazie al passaparola e ai social: il
sito dell’azienda è stato rinnovato durante la pandemia, quando la Moreschi ha riscoperto il mercato italiano. “Attualmente realizziamo progetti speciali, pensati su misura e improntati alla qualità. Questo ci ha permesso di diventare una delle aziende più importanti a livello italiano ed europeo. Lavoriamo in tutta l’Europa, Romania, Israele, Iran, Nigeria, Senegal, Togo, Cuba, negli Emirati; da Arzago esportiamo in oltre 60 paesi con importanti brand internazionali che hanno scelto i nostri portoni. Da sette anni abbiamo una filiale commerciale a Brunswick – NJ, negli Stati Uniti, e da 12 anni un’azienda produttiva in India, a Hyderabad. Dagli Usa serviamo tutto il mercato statunitense e del Canada: le chiusure vengono costruite qui ad Arzago e importate. Mentre in India esiste un’azienda identica a questa di Arzago, con produzione e commercializzazione. Oggi stiamo andando molto bene anche in Francia e Romania”.
Il cliente vuole essere in qualche modo ‘coccolato’: Chiede sempre di più la personalizzazione del prodotto. Non vuole più soltanto sapere il prezzo, ma ha già una richiesta ben specifica. Se riusciamo a risolvere una problematica tecnica, abbiamo già fatto metà del lavoro.
La crisi edilizia del 2008 ha investito anche la Moreschi: “Abbiamo subito quel periodo perché il nostro lavoro era prevalentemente nell’edile – ricorda Stefano Moreschi –. Siamo stati forse bravi e sicuramente anche fortunati nel trovare un nuovo settore, quello della farmaceutica, che ci ha fatto di nuovo cambiare pelle. Il nostro prodotto è stato perfezionato per le camere bianche che, dal farmaceutico puro, si è tramutato anche nell’ambito dell’automotive: siamo stati fornitori e sponsor della scuderia di Formula Uno Toro Rosso, oggi AlphaTauri, nel 2012-2013, realizzando diverse porte delle camere bianche, e cinque anni fa abbiamo lavorato a un progetto sul quale aleggiava un alone di mistero con la Persico per la Luna Rossa, realizzando i portoni e le pennellature per le camere bianche, all’interno delle quali venivano realizzate le famose pinne di Luna Rossa.
E analoghe porte le stiamo installando in un ambito ancora più estremo, quello della microelettronica per la ST di Agrate: il grado di filtrazione dell’aria e la temperatura devono essere controllati ai massimi livelli”.
Oggi il mercato della ‘Moreschi ’ è equamente diviso tra i portoni di grandi dimensioni per cantieri navali, aeroporti ed eliporti, le porte rapide per le camere bianche e i portoni tradizionali. E tra i clienti ci sono nomi come Yacht Club di Montecarlo, Yamaha Motor, Microsoft, Atalanta B.C., Cityrailways, Sun City Proget, Nestlè, Ineco, Esselunga, Isover, Mapei, Same. Inutile aggiungere di come oggi papà Carlo sarebbe fiero dei suoi figli e della sua creatura aziendale.