domenica, Dicembre 22, 2024

Le strategie per ridurre la Carbon Footprint e abbracciare la sostenibilità

LOGISTICA “GREEN”

Le aziende di logistica puntano alla sostenibilità con strategie green e circolari. Oltre ai tradizionali KPI di costo e servizio, cresce l’attenzione alla riduzione della carbon footprint e all’uso di carburanti alternativi come BioLNG, HVO e idrogeno.
Innovazioni nel network design, trasporto, magazzino e packaging guidano il settore verso un futuro più efficiente e sostenibile, con il supporto fondamentale del Sistema Paese

Per raggiungere obiettivi di sostenibilità, a livello di network design si punta alla revisione della route-to market di prodotti/servizi e della localizzazione dei depositi per minimizzare le distanze percorse

Per affrontare le sfide e raggiungere gli obiettivi globali relativi alla transizione green, diverse aziende del settore stanno orientando i loro sforzi verso una strategia di Logistica sostenibile, incentrata sulla riduzione della carbon footprint legata alle diverse attività logistiche.
In questo contesto, accanto ai tradizionali KPI di costo e servizio, assume un ruolo cruciale la misurazione dell’impatto ambientale, sia per guidare l’implementazione delle diverse soluzioni sia per verificarne gli effetti lato sostenibilità.
La transizione green può essere ulteriormente supportata perseguendo una strategia di Logistica circolare.
Questa strategia si distingue per attività come la gestione dei resi con un rientro veloce dei materiali, i controlli di qualità e la gestione di un’elevata complessità di stoccaggio, riducendo al minimo gli sprechi e favorendo il riutilizzo e il corretto smaltimento di prodotti
e materiali.
L’efficace implementazione di una Logistica sostenibile richiede un indispensabile cambiamento degli equilibri all’interno della filiera. È essenziale stabilire un dialogo con clienti e fornitori e adottare un approccio collaborativo con i diversi partner logistici per rivedere e, se necessario, modificare i processi operativi, a volte anche con un cambio di approccio, come nel caso di investimenti condivisi in soluzioni green.
Allo stesso modo, per implementare una Logistica circolare è necessaria una gestione accurata delle informazioni, fino al livello del singolo articolo (serializzazione), per tracciare la storia dei prodotti. Inoltre, è fondamentale promuovere la collaborazione e l’integrazione tra tutti gli attori della filiera, per garantire una maggiore visibilità e coordinamento nella conduzione delle attività.
Concentrandosi sulla revisione del processo logistico a miglioramento della sostenibilità ambientale, le aziende stanno implementando molteplici azioni, suddivisibili in quattro principali aree di intervento: network design, trasporto, magazzino e packaging.

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È necessario da un lato sostituire i mezzi tradizionali a combustibile fossile, dall’altro ottimizzare i processi e gli asset di trasporto

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A livello di network design, le diverse iniziative si concentrano da una parte sulla revisione della route-to-market di prodotti/servizi e della localizzazione dei depositi, principalmente per minimizzare le distanze percorse, tenendo conto anche delle caratteristiche dei mezzi utilizzati (autonomia, ciclo operativo,
ecc.); dall’altra parte emerge un tentativo di transizione, ove applicabile ed efficace, verso soluzioni di trasporto intermodale, in particolare strada-ferrovia, ai fini di abbattere le emissioni rispetto alle soluzioni tradizionali attualmente adottate.
A livello di trasporto, si evidenziano due principali direzioni di lavoro. Da un lato, gli sforzi per sostituire i mezzi tradizionali a combustibile fossile con mezzi alimentati da combustibili alternativi (HVO, CNGbioCNG, LNG-bioLNG) e/o da mezzi elettrici (BEV, FCEV). Dall’altro lato, un’attenzione all’ottimizzazione dei processi e degli asset di trasporto.
Questo include, ad esempio, la ricerca continua di un’ottimale saturazione degli spazi presenti nei mezzi, la riduzione dei ritorni a vuoto, così come l’impiego, ove funzionale, di mezzi con capacità maggiore, come semirimorchi a doppio piano o l’utilizzo dei doppi semirimorchi, quest’ultimi già presenti in Paesi come Spagna e Danimarca.
A livello di magazzino, le prestazioni in termini di sostenibilità ambientale rappresentano oggi uno dei principali parametri in grado di determinare il valore dello stesso immobile.

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In tal senso, gran parte delle iniziative sono rivolte all’implementazione di soluzioni di efficienza energetica di differente natura, tra cui costruttiva, impiantistica (ad es. fotovoltaico, pompe di calore), di illuminazione (es. LED) e di movimentazione (es. batterie agli ioni di litio, carrelli a idrogeno).
A questo, si aggiunge l’attenzione all’ottenimento, ormai divenuto un “must-have” per le nuove costruzioni, delle specifiche certificazioni di sostenibilità (es. LEED,
BREEAM) in grado di attestare il raggiungimento di elevati standard ambientali in termini di progettazione, costruzione e gestione dell’immobile.
Infine, il focus rivolto al packaging, asset chiave in Logistica, dove le principali direzioni di lavoro riguardano l’ottimizzazione e la riduzione del materiale utilizzato, l’aumento dei materiali riutilizzabili con un’attenzione alla circolarità, ma anche la riprogettazione completa dell’imballo terziario e la valutazione di materiali alternativi (es. pallet in plastica riciclata).

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Nuove soluzioni “green”
per il trasporto su gomma

Concentrandosi sul trasporto di merci su gomma, il mercato in Italia si presenta molto parcellizzato con, da una parte, aziende con casi isolati di trasporto green associati per lo più a una comunicazione mediatica (“green washing”), mentre dall’altra un crescente numero di realtà che stanno investendo tempo e denaro nel tentativo di perseguire efficacemente la transizione
ambientale.
Per quest’ultime, la sostenibilità può essere ottenuta lavorando lungo diverse direzioni di azione, tra cui sempre più rilevante è la transizione verso i carburanti alternativi.
Il contesto attuale presenta una pluralità tecnologica lato offerta, data dall’incrocio fra tipo di alimentazione (diesel, gas naturale – liquido o compresso, elettrico) e fonti di energia utilizzata (origine fossile, origine biologica, rete elettrica, idrogeno e in futuro elettronica).

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È fondamentale per gli attori del settore non puntare su una singola tecnologia, ma con flessibilità attingere al meglio dalle diverse soluzioni a disposizione scegliendo la più congeniale per lo specifico caso d’uso (tratta, area geografica, …), tenendo in considerazione il diverso stadio di sviluppo della tecnologia e della rispettiva filiera energetica (energy supply chain).
Ad oggi, per le lunghe percorrenze gli operatori stanno guardando soprattutto al biometano liquefatto(bioLNG) e al HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), mentre l’elettrico è applicato nelle brevi distanze ed è interessato da diverse iniziative sul mercato per lo sviluppo tecnologico e infrastrutturale al fine di abilitarne un’efficace implementazione anche sulle tratte più lunghe. L’idrogeno verde è in una fase di studio e di
sviluppo iniziale, spinto in gran parte in Italia dai fondi messi a disposizione dal PNRR.
Infine, la sfida degli e-fuels, ossia i combustibili sintetici prodotti dalle rinnovabili, che richiederanno ancora anni di sviluppo prima di giungere sul mercato. Lo scenario che si prospetta è certamente complesso, ma ricco di opportunità.
La visibilità e la chiarezza nello sviluppo delle tecnologie e delle rispettive filiere energetiche, e la trasparenza nel sistema di attori coinvolti, sono elementi fondamentali per guidare la transizione del settore.
In questo contesto, il supporto del Sistema Paese è quanto mai essenziale per raggiungere entro i prossimianni una sostenibilità concreta.

Alberto
Alberto Curnis
Ricercatore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano.
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