La Lombardia è la capitale italiana della cosmetica, con il 48% delle aziende nazionali e il 70% del fatturato del settore. Il distretto del Cremasco guida una filiera innovativa che spazia dalla ricerca al packaging, affiancata da poli d’eccellenza a Milano, Monza-Brianza, Bergamo e Varese. Un ecosistema produttivo ad alta intensità tecnologica, sostenibile e orientato all’export, che genera miliardi di euro di valore e migliaia di posti di lavoro. Tra crescita record, sfide ambientali e nuove competenze, il comparto si conferma un asset strategico per l’economia lombarda e un’occasione da cogliere per imprenditori e territori.

Trucchi e prodotti cosmetici: il comparto beauty è un motore economico per la Lombardia e l’Europa. L’industria cosmetica rappresenta oggi uno dei settori chiave sia per l’economia lombarda sia per quella europea. In Europa il comparto beauty & personal care genera ogni anno un contributo di circa 180 miliardi di euro al PIL – quasi 500 milioni al giorno – e impiega oltre 3,2 milioni di persone. Si tratta di una filiera dinamica e innovativa, in cui l’Europa detiene circa un terzo del mercato globale, grazie anche alla leadership di paesi come Italia, Francia e Germania. Proprio l’Italia figura tra i principali attori: il nostro Paese è il quarto produttore europeo (nono al mondo) nel settore cosmetico. In questo contesto, Regione Lombardia si configura come il vero cuore pulsante del comparto, contribuendo in modo determinante alla competitività del made in Europe. Non a caso, l’assessore regionale Barbara Mazzali ha definito la cosmetica “un pilastro strategico per l’economia europea e lombarda”, in occasione di un recente evento a Bruxelles che ha riunito il gotha della cosmetica continentale.
Lombardia leader in Italia: i numeri del mercato
La Lombardia è da anni la prima regione cosmetica d’Italia, con una concentrazione unica di aziende, know-how e risultati economici. In breve, la cosmetica lombarda significa:
- Quasi metà delle imprese italiane: il 48% delle aziende cosmetiche nazionali ha sede in Lombardia. Si tratta di centinaia di imprese, dai marchi storici ai laboratori di ricerca e produzione, spesso a conduzione familiare, supportate da una solida rete di fornitori e distributori.
- Fatturato dominante: circa il 70% del fatturato cosmetico italiano proviene da imprese lombarde, pari a oltre 10 miliardi di euro nel 2023 e attorno a 11,2 miliardi nel 2024. La Lombardia da sola rappresenta il 67% del giro d’affari nazionale del settore, quota in costante crescita (era il 65% nel 2020).
- Export trainante: la Lombardia realizza circa il 76% delle esportazioni italiane di cosmetici. Le vendite all’estero hanno superato il mercato interno: nel 2023 l’export regionale ha raggiunto 5,3 miliardi di euro, pari al 53% del fatturato lombardo, e secondo le stime è salito al 55% nel 2024. Ciò riflette una forte vocazione internazionale, con i prodotti lombardi apprezzati in Europa (Francia, Germania) e nei mercati extra-UE (USA, Hong Kong, Emirati, ecc.).
- Occupazione e indotto in crescita: il comparto cosmetico dà lavoro in Italia a circa 36 mila addetti diretti (oltre 400 mila considerando l’intera filiera, compresi distribuzione e retail). Una quota significativa di questi occupati è in Lombardia: la sola provincia di Milano assorbe oltre il 12% degli addetti nazionali e Bergamo un altro 8,5%. Il settore presenta inoltre una forte occupazione femminile (circa il 54% della forza lavoro sono donne, il doppio della media manifatturiera), e attira talenti in vari ambiti, dalla chimica al marketing.

Questi dati confermano il ruolo trainante della Lombardia e fotografano un trend positivo. Il fatturato cosmetico regionale è balzato dai 7 miliardi del 2020 a oltre 10 miliardi nel 2023, segnando una crescita del +42,6% rispetto ai livelli pre-pandemia. Le ultime proiezioni indicano un ulteriore +11,3% nel 2024, a quota 11,2 miliardi, a testimonianza di un settore in piena espansione post-Covid. La domanda estera è il motore principale di questa crescita, ma anche il mercato interno mostra segnali incoraggianti: i consumi cosmetici in Italia sono saliti a 13,4 miliardi di euro nel 2024 (+6,9%), con un boom dell’e-commerce a 1,3 miliardi (+13,5% sul 2023). In sintesi, oltre la metà dei cosmetici venduti in Italia (58,7% nel 2024) è riconducibile ad aziende lombarde, un dato che evidenzia l’egemonia regionale sul mercato domestico oltre che internazionale.
Il distretto del Cremasco: la “Beauty Valley” lombarda
All’interno del panorama lombardo spicca il distretto della cosmesi del Cremasco, ormai riconosciuto come eccellenza economica a livello europeo. Quest’area, incentrata sulla città di Crema (provincia di Cremona) e i comuni limitrofi, ha conosciuto una crescita straordinaria negli ultimi anni: a fine 2024 il fatturato del distretto cremasco supera 1,5 miliardi di euro, pari a circa il 15% dell’intero mercato cosmetico lombardo. Crema – insieme ad altri territori vicini – rafforza così il proprio ruolo nella “Beauty Valley” italiana, un quadrilatero industriale della bellezza che comprende anche le province di Milano, Bergamo e Monza-Brianza.
Nella zona del Cremasco si è sviluppata una filiera completa e all’avanguardia, che va dalla produzione conto terzi al packaging, dalle formule make-up alle fragranze. Grandi aziende come Ancorotti Cosmetics, Omnicos, Intercos, Lumson, Regi e Chromavis sono il motore di questa crescita. Queste imprese – specializzate rispettivamente in produzione di cosmetici per conto terzi, packaging e componenti, formulazione di makeup e skincare – hanno catalizzato investimenti e attirato l’attenzione di partner internazionali, trasformando il territorio cremasco in una capitale mondiale della cosmetica. Ad esempio, Ancorotti Cosmetics (fondata dall’imprenditore Renato Ancorotti, attuale presidente di Cosmetica Italia) in poco più di un decennio è passata da startup locale a uno dei leader italiani del make-up in polvere; Chromavis e Gotha Cosmetics (recentemente insediatasi nell’area) guidano l’innovazione nelle formule e texture; Lumson è un riferimento europeo nel packaging cosmetico avanzato.

A testimonianza della vitalità del distretto, stanno nascendo anche iniziative formative dedicate: proprio a Crema è stato istituito un nuovo ITS (Istituto Tecnico Superiore) per le produzioni cosmetiche 4.0, un polo formativo post-diploma mirato a preparare tecnici specializzati per il settore, con corsi focalizzati anche sul packaging cosmetico. Questo investimento in competenze, sostenuto da imprese e istituzioni locali, punta a garantire professionalità adeguate alle esigenze di un comparto in rapida evoluzione tecnologica. L’attenzione alla formazione avanzata conferma il modello vincente del Cremasco: una collaborazione stretta tra aziende, associazioni (come il Polo della Cosmesi locale) ed enti pubblici, orientata a consolidare la leadership del territorio nella Beauty Valley lombarda.
Da Milano a Varese: un ecosistema regionale integrato
Il primato della cosmetica lombarda non si limita al Cremasco. L’ecosistema beauty è diffuso in tutta la regione, con diversi poli di eccellenza che operano in sinergia. Milano, capitale della moda e del design, gioca un ruolo cruciale come hub creativo e commerciale: qui hanno sede uffici direzionali, show-room e centri R&D di molti marchi (si pensi a KIKO Milano, brand nato in Lombardia e divenuto internazionale). Milano ospita anche eventi di settore di rilievo, come la Milano Beauty Week, settimana dedicata alla cultura della bellezza e del benessere, segno di una forte integrazione tra cosmetica, moda e lifestyle nel tessuto cittadino.
Spostandosi nell’hinterland, si entra nel cuore produttivo della Beauty Valley lombarda. In Monza e Brianza troviamo colossi industriali come Intercos, uno dei leader mondiali nella produzione cosmetica per conto terzi. Dal grande stabilimento di Agrate Brianza, Intercos sviluppa ogni anno migliaia di nuove formulazioni per i più noti brand internazionali, con un giro d’affari che supera 1 miliardo di euro e quasi 2.000 dipendenti in Italia (circa 6.000 nel mondo). La presenza di Intercos, definita “una gemma dell’industria, il cuore della Lipstick Valley lombarda” dagli addetti ai lavori, ha attirato attorno a sé un indotto di fornitori specializzati di materie prime, packaging e servizi. Bergamo e provincia contribuiscono anch’esse in modo significativo: qui operano imprese come Gotha Cosmetics (nata nell’area di Lallio) e laboratori innovativi, oltre ad esservi le radici del gruppo imprenditoriale Percassi (fondatore di KIKO).
Anche nell’area del Varesotto e del Comasco si riscontra la presenza di aziende cosmetiche e affini, soprattutto nel segmento delle fragranze e dei componenti per la cura personale. Ad esempio, Lombardia vanta realtà di primo piano nella profumeria alcolica per conto terzi – un segmento che vede spesso una collaborazione tra la creatività dei brand della moda (spesso milanesi) e la capacità produttiva di stabilimenti nel territorio regionale. Inoltre, molte imprese lombarde della chimica fine forniscono principi attivi e ingredienti funzionali per cosmetici a livello globale, completando una filiera locale davvero completa. Questa distribuzione geografica ampia, dal sud di Crema fino al nord di Varese, evidenzia una filiera integrata su scala regionale: le diverse specializzazioni territoriali (formulazione a Crema, packaging nel Cremonese e nel Milanese, produzione diffusa in Brianza e Bergamasca, fino al settore fragranze verso Varese) si collegano in un sistema unico, rendendo la Lombardia un one-stop shop del beauty per chi cerca partner affidabili in ogni fase, dalla concezione del prodotto alla messa sul mercato.

Innovazione, sostenibilità e digitalizzazione come leve competitive
Il successo del comparto cosmetico lombardo si fonda sulla capacità di innovare costantemente prodotti e processi. Le aziende investono mediamente oltre il 6% del fatturato in ricerca e sviluppo, il doppio della media manifatturiera italiana. Questo elevato tasso di innovazione si traduce in nuovi brevetti, formulazioni all’avanguardia e miglioramenti continui nella qualità e sicurezza. Non a caso, il numero di imprese lombarde con marchi internazionali registrati, brevetti e certificazioni (di qualità e ambientali) è nettamente superiore alla media degli altri settori. In Lombardia l’innovazione abbraccia anche la trasformazione digitale: dall’adozione di tecnologie Industria 4.0 nelle fabbriche (per automatizzare e controllare con precisione la produzione cosmetica), fino al marketing digitale e all’e-commerce, canale in forte crescita come visto (oltre 1,3 miliardi di consumi online di cosmetici in Italia nel 2024). La digitalizzazione consente alle imprese di intercettare più rapidamente i trend di mercato e di personalizzare l’offerta, due aspetti cruciali in un’epoca in cui i consumatori cercano prodotti su misura, inclusivi e con esperienze omnicanale.
Un capitolo a parte merita l’attenzione alla sostenibilità, diventata oggi una leva competitiva oltre che un dovere etico. Il settore cosmetico lombardo è in prima linea da anni su questo fronte: si investono oltre 2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo “green” (dati Europa) per sviluppare formule ecocompatibili e packaging riciclabili; molte aziende hanno adottato imballaggi sempre più sostenibili e praticano l’approvvigionamento responsabile delle materie prime, privilegiando ingredienti a minore impatto ambientale e filiere etiche. Sul piano sociale, non mancano politiche di inclusione e programmi di responsabilità sociale d’impresa, a partire dall’alta presenza di lavoratrici donne fino al supporto a comunità locali. Come sottolineato nello studio presentato a Bruxelles, la cosmetica “non è solo bellezza: è scienza, occupazione giovanile, rispetto per l’ambiente e innovazione industriale” – un settore cioè capace di coniugare crescita economica e valori di sostenibilità.

Va però evidenziato che le sfide future non mancano, soprattutto sul versante regolamentare. L’Unione Europea sta introducendo norme ambientali sempre più stringenti – ad esempio la nuova direttiva 2024/3019 sul trattamento delle acque reflue, che coinvolge anche l’industria cosmetica – le quali potrebbero imporre costi aggiuntivi e oneri tecnici significativi. Le imprese lombarde, pur impegnate da decenni in investimenti per ridurre l’impatto ambientale, chiedono che la transizione ecologica sia graduale ed equilibrata. “La sostenibilità ambientale è una sfida che le nostre aziende stanno già affrontando con impegno da anni, ma non può essere imposta senza tenere conto della sostenibilità economica e sociale” ha dichiarato l’assessore Mazzali, riferendosi alla necessità di bilanciare gli obiettivi ambientali con la tutela della competitività del settore. In altre parole, serve evitare che norme troppo gravose penalizzino un comparto d’eccellenza, rischiando di comprometterne crescita e capacità di innovazione. Su questo fronte, le istituzioni lombarde si stanno muovendo in coordinamento con le associazioni di categoria per rappresentare le istanze delle imprese sia a Roma che a Bruxelles, lavorando affinché vengano trovate soluzioni tecniche sostenibili (ad esempio attraverso innovazioni negli impianti di depurazione) e prevedendo, se possibile, incentivi o fondi di adeguamento per le aziende.
Opportunità e sostegno: il futuro della cosmetica lombarda
Guardando avanti, il settore cosmetico in Lombardia appare ricco di opportunità, trainato da trend globali favorevoli – dalla crescente domanda di prodotti beauty nei mercati emergenti, alla continua evoluzione delle routine di cura personale – ma dovrà anche affrontare sfide di contesto, come l’aumento dei costi delle materie prime e le citate regolamentazioni ambientali. La chiave per il futuro sarà proseguire sul doppio binario dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, mantenendo gli elevati standard qualitativi e di sostenibilità che contraddistinguono il Made in Lombardy. In questo percorso le imprese potranno avvalersi anche di alcuni strumenti di supporto: ad esempio, i programmi europei e nazionali per la transizione digitale ed ecologica (dal Next Generation EU ai bandi regionali per l’efficientamento energetico) offrono risorse per investire in tecnologie green, economia circolare e trasformazione digitale delle linee produttive. Inoltre, l’alleanza a livello europeo tra gli attori del settore – formalizzata nella “Value of Beauty Alliance”, che riunisce l’intera filiera Beauty & Personal Care – rappresenta una piattaforma importante per far sentire la voce dell’industria cosmetica presso le istituzioni UE. La partecipazione di Regione Lombardia a questa rete (testimoniata dall’evento di Bruxelles) indica la volontà di fare sistema e tutelare un comparto in cui l’Europa vanta una leadership mondiale.

Dal canto suo, Regione Lombardia ha più volte ribadito l’impegno a sostenere e valorizzare il settore sul territorio. “Crediamo in questo comparto e continueremo a valorizzarlo come elemento chiave dell’identità produttiva lombarda, nonché come asset strategico dell’economia della bellezza che ci distingue nel mondo” ha affermato l’assessore Mazzali. La Regione intende farsi portavoce presso il Governo italiano e in sede comunitaria delle istanze delle imprese, affinché “le politiche comunitarie supportino – e non ostacolino – una delle poche filiere in cui l’Europa è leader mondiale”. Questo approccio collaborativo, unito alla ben nota intraprendenza degli imprenditori lombardi, lascia ben sperare per il futuro: l’obiettivo condiviso è consolidare la Lombardia come terra di bellezza e innovazione, una Beauty Valley in cui tradizione e ricerca convivono, capace di generare ricchezza e occupazione in modo sostenibile. Le sfide non mancheranno, ma il comparto cosmetico lombardo sembra avere tutti gli ingredienti – competenze, creatività, visione internazionale e supporto istituzionale – per continuare a brillare e fare da traino allo sviluppo economico del territorio.