L’EDITORIALE
Quando si parla di Logistica delle merci in Italia è facile cadere nella tentazione di ricondurre il tema a un peri metro superficiale (il pacco acquistato online che arriva
nelle nostre case) oppure ad aspetti negativi abbondantemente trattati dai media: traffico, inquinamento, incidenti sulle strade causati dai camion, consumo del suolo legato agli immobili logistici, sfruttamento dei lavoratori, scioperi.
Certo, parte della logistica è anche questo, ma rischiamo di non considerare il suo vero valore: parliamo di una filiera strategica per lo sviluppo e la crescita di ogni business, oltre che di un settore di rilevanza straordinaria per il nostro Paese, in quanto vale circa il 9% del PIL, è formato da quasi 80.000 aziende che danno lavoro a più di 1,4 milioni di lavoratori e lavoratrici.
Numeri a mio avviso straordinari e spesso sottovalutati da politica, istituzioni, aziende stesse e cittadini.
Mai come oggi la logistica è caratterizzata da sfide senza precedenti. Da un lato, la transizione verso la sostenibilità ambientale e sociale diventa sempre più centrale. Dall’altro, la sostenibilità economica mostra segni di criticità, tra il rallentamento dell’economia italiana e le crescenti difficoltà nel reperire manodopera, oltre
all’aumento dei costi. In questo scenario, rimane l’incertezza sulla scelta delle migliori tecnologie e processi, rendendo gli investimenti un fattore cruciale.
Una survey svolta dall’Osservatorio Contract Logistics su 800 aziende italiane ha confermato l’importanza strategica della logistica, che deve non solo gestire i costi, ma anche migliorare il livello di servizio, peggiorato dal 2020, e ridurre l’impatto ambientale.
La survey ha evidenziato una crescente adozione di soluzioni “green” nel settore, supportata da tecnologie sempre più avanzate. Nel trasporto su strada, è emersa
una tendenza all’adozione di una pluralità tecnologica di soluzioni da parte delle aziende.
Tuttavia, la transizione energetica presenta anche un lato oscuro: la supply chain legata alla produzione e distribuzione delle nuove fonti di energia comporta sfide complesse. La transizione non riguarda solo la riduzione delle emissioni, ma anche un uso più efficiente dei materiali, secondo i principi dell’economia circolare.
La logistica non può più essere vista come semplice trasporto, ma va considerata un processo complesso che integra attività logistiche e produttive, richiedendo capacità di pianificazione avanzata. Inoltre, lo sviluppo di questo paradigma richiede nuove competenze, come la gestione della serializzazione e l’introduzione di nuove forme di packaging, per migliorare la qualità complessiva della filiera.
Un altro aspetto della transizione riguarda l’approccio “human centric”, che pone attenzione all’aspetto sociale. L’introduzione di nuove tecnologie deve considerare l’impatto sui lavoratori, coinvolgendoli nel disegno delle soluzioni e nella riprogettazione dei processi. Il
bilancio di sostenibilità, che diventerà obbligatorio per molte aziende, sarà uno strumento fondamentale per monitorare questi aspetti.
La logistica ha dimostrato una grande capacità di adattamento a queste sfide, grazie anche alla gestione efficace delle relazioni tra committenti e fornitori. Investimenti nella transizione verde e nelle trasformazioni orientate ai lavoratori sono diventati centrali.
È inoltre emersa una crescente diversità nelle esigenze delle aziende in base alle loro dimensioni: più grande è l’azienda, maggiore è l’importanza attribuita alla reattività, flessibilità e innovazione del fornitore logistico. In sintesi, la logistica sta evolvendo da semplice trasporto a gestione strategica di processi complessi, giocando un ruolo fondamentale nella transizione verso modelli più sostenibili e innovativi.
Per le aziende e per il sistema Paese.