L’editoriale
Nel mondo delle aziende c’è un prima e un dopo pandemia nella trasformazione digitale. Il prima è come se gli imprenditori si fossero avventurati in un nuovo affascinante viaggio in auto da affrontare con qualche accelerazione ma senza esagerare, guardando il paesaggio che l’orizzonte digital offriva. Poi, di colpo, è iniziata a mancare la benzina, le strade tradizionali non sono state più percorribili. E quando manca energia, viene meno anche la lucidità. C’è chi, da subito, è stato pronto a mettere in campo mezzi straordinari già testati prima della partenza, chi ha accelerato immettendosi al volo nell’autostrada digital senza sapere quale era l’uscita precisa rischiando di sterzare verso la direzione sbagliata e chi è rimasto a secco a bordo strada.
Fuor di metafora, la pandemia ha creato una frattura nel mondo aziendale che ha prodotto situazioni eterogenee. Diverse ricerche hanno messo in luce aspetti positivi che sottolineano uno sprint, un cambio di marcia verso il cambiamento. La volontà di reagire allo stop forzato è stata una leva fondamentale.
C’è quindi fiducia nel futuro per un incremento della produttività e dei profitti, proprio grazie alla digitalizzazione. Eppure non tutto ciò che luccica è oro. Un conto è la consapevolezza che indietro non si possa tornare e che un’azienda, piccola o grande che sia, debba convertirsi all’utilizzo degli strumenti digitali, un altro è valutare quanti imprenditori, e soprattutto COME, hanno affrontato il cambiamento. L’analisi che offriamo in questo numero del magazine dedicato alla digitalizzazione indica che la Lombardia – e quindi anche l’area d’azione di Pianura Network – è la regione che a livello europeo si colloca tra le eccellenze del settore dell’innovazione superando il Baden-Württemberg.
E scorporando le aziende che si occupano di digitalizzazione, emerge che nella zona di Pianura Network siano attive più di 6.000 imprese digitali. Quindi, tutto sommato lo scenario è positivo. Però… c’è sempre un però. Analizzando bene i dati, si evince che il cambio di direzione netto l’hanno fatto soprattutto le imprese leader, quelle votate all’innovazione. Diverso il discorso per le piccole e medie imprese.
Qui il quadro si complica o, meglio, rallenta e in qualche caso si distorce. Al netto della minore capacità di investimento, delle turbolenze politico-economiche che rendono incerto il futuro e del comprensibile timore che porta sempre con sé un cambiamento, per le realtà aziendali più contenute c’è una concreta difficoltà a calcolare il valore effettivo della digitalizzazione. Inutile sciorinare “IA”, “IoT”, “blockchain” e via di seguito ai termini più abusati degli ultimi anni, se non è chiaro l’obiettivo, se l’imprenditore non ha le necessarie chiavi di lettura. Il rischio è di affidarsi a soluzioni digitali che non creano valore all’azienda ma la spingono fuori strada. L’adozione di una nuova tecnologia non può essere fatta a cuor leggero. È senz’altro una via tracciata che va percorsa, indietro non si torna, il punto è imboccare l’autostrada digitale giusta. È una questione di sostenibilità, non solo intesa in senso ambientale ma anche e soprattutto economica.
Un aiuto fondamentale a orientarsi per evitare la manipolazione è il territorio. Potrebbe apparire anacronistico in un mondo globalizzato dove le strade digitali superano quelle reali, eppure il valore della vicinanza, della conoscenza diretta, dello scambio di esperienze in presenza sta finalmente riportando al centro l’uomo, l’imprenditore, ancor prima dei mezzi per esserlo. L’esperienza avviata da Pianura Network dice esattamente questo: è urgente e importante non restare soli. Invece la fragilità riscontrata oggi è che l’imprenditore si trova solo, e con poco tempo perché tutto corre, davanti a scelte cruciali.
Così il costo delle decisioni diventa un rischio enorme. La coscienza artificiale non può bastare, serve un’economia di rete che consenta agli imprenditori – tutti, piccoli e grandi – di trovare il sostegno reciproco sul proprio territorio per essere pronti a proiettarsi con solidità negli sconfinati mercati globali. Pianura Network non intende proporre la riserva indiana degli imprenditori, una periferia dell’economia per non essere schiacciati dalla sovranità digitale, al contrario sta tessendo una trama fitta di relazioni per vivere e affrontare insieme questo tempo complesso. Sostenere la decentralizzazione dei rapporti tra imprenditori per essere al centro del cambiamento e degli sviluppi futuri nella rete globale.