SAI TREVIGLIO
Fondata nel 1925 ma operativa già dal 1922, la Sai Autolinee è pronta a celebrare il suo secolo di vita. L’azienda, nata con i fratelli Marini, è cresciuta nel cuore della Lombardia, evolvendo da un’attività di trasporto bellico e pellegrini fino a diventare una realtà moderna e sostenibile. Con una flotta di 130 autobus e un team di oltre cento dipendenti, la Sai è oggi guidata dalla quarta generazione della famiglia, pronta ad affrontare il futuro con l’introduzione di veicoli elettrici e a metano
Emblema da sempre del trasporto pubblico locale, l’anno prossimo la Sai Autolinee compirà un secolo di vita. Un traguardo che rappresenta motivo d’orgoglio per la famiglia Marini, che da appunto un secolo di vita gestisce questa società di autobus di linea (ma anche turistici, tramite la controllata “Punto Bus”) che opera nel cuore della Lombardia, in quella pianura crocevia di tante arterie sulle quali Francesco Marini, nonno dell’attuale presidente Angelo, mosse con il fratello Luigi i primi passi, subito dopo la prima guerra mondiale, nel mondo del trasporto. Gestendo inizialmente anche il trasporto funebre: “All’epoca chi aveva i mezzi di trasporto si occupava inevitabilmente un po’ di tutto”, ricorda Marini. Da quest’anno il quartier generale della Sai si trova a Pontirolo Nuovo, nella Bergamasca, lungo l’ex statale 525 del Brembo, vicino all’imbocco della provinciale Francesca e vicino al confine con il Milanese: una posizione più che mai strategica per un’azienda che si occupa di trasporto pubblico.
“L’iscrizione alla Camera di commercio di Bergamo risale al febbraio del 1925” – racconta Angelo Marini – “teniamo però conto che il lavoro iniziò tre anni prima e la guerra era finita da poco e quindi in realtà il secolo è già stato superato. Nonno Francesco Marini cominciò a trasportare le maestranze dei linifici di Fara d’Adda, Cassano e Villa d’Adda. Il tragitto dal lavoro a casa e viceversa era gestito da noi”.
L’evoluzione delle sedi e della gestione familiare
Angelo Marini mostra una foto storica dei primi mezzi di quasi un secolo fa. Nel suo ufficio ci sono poi le immagini di nonno Francesco e del prozio Luigi. La sede iniziale della Sai era a Fara d’Adda, poi nonno Francesco e papà Achille si trasferirono a Cassano d’Adda, nell’allora ‘Casa Somalia’ di fronte alla Villa Borromeo (dove oggi sorge l’oratorio), dove rimasero fino al 1938, per poi trasferirsi vicino all’ospedale di Cassano, salvo quindi, nel 1952, arrivare a Treviglio, nello storico capannone a volta di viale De Gasperi, dove la ‘Sai Treviglio’ rimase fino al 1997, anno in cui il quartier generale torna a Fara d’Adda e, infine, da quest’anno, a Pontirolo Nuovo. Oggi a gestire la società accanto a papà Angelo, che è presidente del Consiglio d’amministrazione, c’è la quarta generazione dei Marini, rappresentata dai suoi due figli, che si chiamano come il nonno e il papà, Francesco e Achille Marini, in un’ottica di tradizione e continuità familiare. La storia dell’azienda è parte integrante della Sai: “Mio nonno e suo fratello, tornati dalla guerra, iniziarono a usare alcuni camion residuati bellici per il trasporto di passeggeri – spiega Angelo Marini – trasportando inizialmente i pellegrini che arrivavano da Milano per raggiungere il Santuario di Caravaggio, in particolare per il ‘Mese della Madonna’, con viaggi anche 24 ore su 24 perché nel mese di maggio le prime Messe venivano celebrate già all’alba. In breve tempo i mezzi divennero una trentina e vennero impiegati anche per portare le maestranze alle allora principali aziende di Milano: la Pirelli, la Breda, la Falk, la Magneti Marelli. Quindi da Milano portavamo qui i pellegrini e da qui portavamo a Milano i lavoratori”.
Nel 1954 il brevetto dei container “Feraut Marini”, innovativo sistema per il trasporto combinato tra strada e rotaia, hanno consentito alla società un’ascesa importante
Innovazione nel trasporto: il brevetto dei container “Feraut Marini”
Nel 1954 i fratelli Marini brevettano i container “Feraut Marini”, un innovativo sistema per il trasporto combinato tra strada e rotaia che pose l’Italia all’avanguardia nel coordinamento logistico del trasporto merci. “Negli Anni Cinquanta ci occupavamo anche della pulizia delle strade, servizio che è stato poi cessato negli anni” – aggiunge Marini – “in seguito, dopo la seconda guerra mondiale, ci siamo specializzati nel servizio di trasporto principalmente da e verso Milano. Partivamo da Chiari e percorrevamo tutta la statale 11 Padana superiore fino a piazzale Loreto, raccogliendo tutte le maestranze”. Dai primi trenta bus degli anni del dopoguerra, oggi gli autobus sono 130 e i dipendenti sono poco più di cento. Due le società collegate della ‘Sai Treviglio S.r.l.’: dal 1990 la “Punto Bus” e dal 1994 la “Aschedamini S.r.l.”.
La quarta generazione e il passaggio all’elettrico
Achille Marini, consigliere delegato della società, oggi si occupa dei rapporti con gli enti, del controllo della flotta e della biglietteria elettronica, mentre il fratello Francesco gestisce l’officina del parco mezzi: “Gli autobus dedicati al trasporto pubblico locale sono una novantina, e si snodano tra la provincia di Bergamo, con cui abbiamo un contratto di servizio diretto” spiega Achille Marini. Nel finanziamento degli autobus va detto che i prossimi saranno esclusivamente elettrici. Attualmente la flotta non dispone di mezzi elettrici, perché la nostra realtà si occupa di servizio extraurbano: a livello nazionale, in casi come il nostro, l’elettrico arriva in secondo piano. A breve avremo in servizio due veicoli da 18 metri e due da 12 metri elettrici, che saranno i primi quattro della flotta. Li utilizzeremo nei collegamenti tra Treviglio e Bergamo e tra Treviglio e Calcio. A fine anno arriveranno invece due pullman da 18 metri a metano, perché gli ultimi finanziamenti per i mezzi extraurbani prevedevano anche la possibilità di richiedere mezzi a metano. Attendiamo di capire se in futuro si potranno utilizzare mezzi ibridi o solo elettrici, come nelle città, perché a livello extraurbano le stesse aziende e associazioni di categorie puntano più all’uso dei mezzi ibridi che hanno una possibilità di servizio più sinergico, viste le distanze medio lunghe da percorrere”.
Il servizio extraurbano non si presta alle caratteristiche dei veicoli elettrici, ma sono in arrivo due veicoli da 18 metri e due da 12 metri elettrici
Le sfide attuali: il rapporto con l’utenza e la sicurezza
“Per noi l’80% della clientela è rappresentata dagli studenti e soprattutto negli ultimi anni è venuto meno un certo rispetto verso il nostro personale, anche se non si è mai arrivati ad aggressione grazie alle capacità e alla formazione del nostro personale”, sottolinea Angelo Marini. Gli fa eco Lorena Colombo, direttore tecnico della società: “Da utenza siamo passati a clientela ed è cambiato non solo il nome, ma il rapporto: abbiamo elevato gli standard qualitativi e oggi siamo a livelli importanti. Oggi sembra un’ovvietà, ma il cento per cento dei nostri mezzi è naturalmente dotato di pedana per i disabili, così come in passato solo il trenta per cento dei bus aveva l’aria condizionata, mentre oggi c’è su tutti i pullman. Attualmente c’è un approccio diverso con l’azienda e la clientela che chiede standard qualitativi sempre più importanti. Ma è chiaro che dobbiamo avere a che fare con costi elevati e il tpl da sempre prevede posti in piedi e posti a sedere. Oggi il mondo è molto cambiato e anche l’attenzione dei genitori è molto più elevata: vogliono sapere come viaggiano i loro figli. Il nostro servizio termina alle 21 e non siamo in giro con i bus di notte e dunque le aggressioni di fatto non ci sono. Tuttavia, abbiamo formato alcuni dei nostri autisti che operano la sera, ottenendo risultati importanti: siamo vicini allo zero per quanto riguarda le aggressioni dell’utenza, proprio grazie alla preparazione dei nostri autisti. Così come abbiamo previsto una specifica preparazione per gli autisti del servizio di scuolabus con i bambini, che svolgiamo nei comuni di Treviglio, Cassano d’Adda, Cortenuova e Brembate. In questo caso abbiamo formato autisti con grande sensibilità e pazienza. Rispetto ai grandi gruppi facciamo la differenza perché siamo in grado di avere una conoscenza diretta del personale e, di conseguenza, possiamo gestire al meglio anche gli aspetti dell’attenzione verso la nostra utenza. Una procedura che dà inevitabilmente risultati e riscontri”.
Turismo e criticità della nuova generazione di autisti
Tutte e tre le aziende del gruppo si occupano anche di turismo: “In primis per le gite scolastiche – spiega Achille Marini – e per il trasporto di alcune società sportive, di calcio e basket. Il nostro business core resta comunque il trasporto pubblico locale e oggi siamo di fronte anche a una grande carenza di autisti, anche per la complessità di ottenere la patente rispetto al passato, a partire dai costi importanti per conseguirle. Fino a pochi anni fa, conseguendo la patente D, acquisivi comunque anche la C per guidare i camion: oggi, invece, sono tutte divise. Ed è cambiata anche la mentalità delle nuove generazioni: oggi si preferisce fare un lavoro che impegna da lunedì a venerdì, anziché fare i festivi”. “E poi c’è il tema dell’età – conclude Angelo Marini –: attualmente la patente del bus la puoi fare dai 24 anni, ovvero 6 anni dopo l’uscita dalle scuole superiori. Ma un giovane, per iniziare il lavoro che vuole fare nella vita, deve aspettare 6 anni? È chiaro che decide di fare altro, soprattutto da dopo la pandemia, quando abbiamo scoperto che ciò che abbiamo di più importante nella nostra vita è il tempo”.