Dalla presentazione a Bruxelles del Manifesto sui carburanti alternativi al vertice di Roma tra le Regioni ARA: l’asse politico-tecnico costruito da Guidesi per coniugare sostenibilità, innovazione e posti di lavoro
L’automotive europeo è sull’orlo del collasso. Il 75% della capacità produttiva dei costruttori continentali è oggi ferma e, secondo le proiezioni, mezzo milione di posti di lavoro rischiano di scomparire entro pochi anni. In questo scenario drammatico, la Regione Lombardia emerge come motore politico e industriale di una nuova strategia per affrontare la transizione ecologica senza sacrificare la competitività delle imprese e il tessuto occupazionale. Due le tappe fondamentali delle ultime settimane: la presentazione a Bruxelles del rinnovato Manifesto per i carburanti rinnovabili e la riunione a Roma delle Regioni italiane aderenti all’Automotive Regions Alliance (ARA), entrambe guidate da Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia e presidente dell’ARA.
Bruxelles: carburanti rinnovabili e neutralità tecnologica
Il primo grande segnale arriva a inizio aprile, quando la Regione presenta a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, l’aggiornamento del Manifesto Carburanti Rinnovabili per la mobilità lombarda, sottoscritto dai principali stakeholder industriali, scientifici e associativi del comparto. Il documento sostiene con forza il principio della neutralità tecnologica, ovvero l’idea che la transizione ecologica non debba puntare solo sull’elettrico, ma valorizzare tutte le soluzioni scientificamente valide per abbattere le emissioni: dai biocarburanti ai carburanti sintetici, dai motori ibridi di nuova generazione ai sistemi ad alta efficienza per i veicoli endotermici. Come sottolinea Guidesi, “occorre che l’Ue lasci libertà di azione rispetto alle modalità con cui raggiungere gli obiettivi ambientali. Puntare sui carburanti rinnovabili significa perseguire una transizione ecologica di buonsenso, capace di tenere insieme sostenibilità e tutela dell’occupazione”.

Un manifesto con solide basi scientifiche
Il nuovo Manifesto non è solo un documento politico. Grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Università di Stoccarda e il Cluster Lombardo della Mobilità, è stato arricchito da contributi tecnico-scientifici che indicano possibili linee di ricerca per aumentare la disponibilità e ridurre i costi dei carburanti alternativi. In discussione anche l’ipotesi di creare in Lombardia un centro europeo di ricerca e trasferimento tecnologico dedicato a questi temi.
Tra le proposte contenute nel testo:
- riconoscere il contributo dei biocarburanti alla decarbonizzazione;
- dare pari dignità a tutte le trazioni sostenibili;
- introdurre un fattore di correzione del carbonio nei calcoli delle emissioni;
- valutare le ricadute economico-sociali delle normative ambientali;
- incentivare una strategia energetica europea più equilibrata ed efficiente.
A firmare il Manifesto sono state le principali realtà industriali e associative italiane, da ANFIA a Confindustria Energia, da ENI a UNEM, da Assopetroli a Federmetano, unite nella convinzione che l’attuale quadro normativo europeo debba essere corretto.
Leggi Manifesto sui Carburanti Rinnovabili
Roma: le Regioni ARA italiane fanno squadra
La seconda tappa è stata il vertice di Roma, tenutosi nella sede distaccata di Regione Lombardia, dove si sono riunite le Regioni italiane aderenti all’ARA: Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise. Tutte hanno confermato il pieno sostegno alla Dichiarazione di Monza, il documento sottoscritto nel 2023 da 36 Regioni europee per difendere la neutralità tecnologica e il futuro dell’automotive. In un clima di trasversalità politica e coesione istituzionale, le Regioni hanno ribadito che è necessario correggere gli errori compiuti dall’Ue, che finora hanno finito per favorire i competitor cinesi e penalizzare il manifatturiero europeo. La richiesta è chiara: lasciare a ogni territorio la libertà di scegliere il mix tecnologico più adatto a raggiungere gli obiettivi ambientali, senza distruggere l’ecosistema produttivo costruito in decenni.
Una lobby istituzionale per salvare 100.000 posti in Lombardia
La posta in gioco è altissima. Solo in Lombardia, il comparto dell’automotive vale:
- oltre 30.000 aziende,
- più di 100.000 lavoratori,
- un fatturato annuo di circa 40 miliardi di euro.
Numeri che giustificano l’azione di Regione Lombardia, impegnata da anni nel costruire una “lobby istituzionale” in grado di interloquire con Bruxelles. Un’azione culminata con la presidenza dell’ARA e l’attivazione di sinergie interregionali nell’ambito della Cabina Economica del Nord-Ovest, che riunisce Lombardia, Piemonte e Liguria.

L’urgenza di agire prima che sia troppo tardi
Come ha ribadito Guidesi, “l’Europa deve correggere il tiro prima che sia troppo tardi. Dobbiamo scongiurare un suicidio economico e far sì che le politiche ambientali siano anche politiche industriali. La neutralità tecnologica è l’unico modo per salvare imprese, posti di lavoro e competenze”. Alla presentazione di Bruxelles e al vertice romano hanno partecipato anche numerosi europarlamentari italiani, tra cui Silvia Sardone, Massimiliano Salini e Paolo Inselvini, segno che il tema sta finalmente conquistando l’attenzione anche nelle istituzioni comunitarie.