REPORT SULLA MOBILITÁ
Il 20° Rapporto sulla mobilità degli italiani, pubblicato da ISFORT, fotografa l’evoluzione dei comportamenti di mobilità in Italia nell’arco di due decenni, evidenziando un panorama fatto di continuità e graduali cambiamenti. Sebbene la retorica della sostenibilità e dell’innovazione permei il discorso pubblico, i dati rivelano una persistente centralità dell’automobile e la difficoltà del TPL a guadagnare terreno. Il rapporto si snoda attraverso un’analisi dei flussi, delle modalità di spostamento e delle percezioni degli utenti, proiettando uno scenario che richiede una trasformazione radicale per sostenere la mobilità sostenibile e le nuove esigenze degli italiani
Gli utenti del TPL lamentano problemi di affollamento, bassa frequenza e una percepita minore sicurezza rispetto ai mezzi privati
Dall’inizio del nuovo millennio, l’idea che la mobilità fosse destinata a una continua espansione si è affermata con forza. Tuttavia, i dati raccolti dal Rapporto mostrano un quadro diverso: la domanda di mobilità è caratterizzata da una sorprendente stabilità, contraddicendo la percezione diffusa di un traffico in costante aumento. Il numero medio di spostamenti giornalieri si attesta oggi intorno ai 100 milioni, con una leggera riduzione rispetto agli anni passati. Questo calo è imputabile, secondo ISFORT, a fattori demografici come l’invecchiamento della popolazione, oltre che a cambiamenti strutturali negli stili di vita, tra cui l’aumento del lavoro a distanza. L’espansione urbana ha gradualmente rallentato, contribuendo a ridurre le percorrenze medie giornaliere e i tempi dedicati agli spostamenti, segno di una progressiva razionalizzazione della mobilità.
Il ruolo centrale dell’auto e la difficoltà della mobilità collettiva
Nonostante i discorsi sulla mobilità sostenibile, l’automobile rimane il mezzo di trasporto più usato dagli italiani. Secondo il rapporto, il 70% degli spostamenti avviene in auto, una percentuale rimasta stabile negli ultimi vent’anni. Di contro, il TPL stenta a conquistare una quota significativa di domanda, con una media del 10% degli spostamenti totali. Gli autobus e i tram urbani, seppur migliorati nella qualità, non sono riusciti ad attrarre gli utenti, mantenendo tassi di soddisfazione inferiori rispetto a mezzi come l’auto e la bicicletta.
Il TPL, durante la pandemia, ha subito un drastico calo, e, sebbene abbia parzialmente recuperato terreno, il suo utilizzo resta inferiore ai livelli pre-Covid. La questione del comfort e dell’efficienza è centrale: gli utenti del TPL lamentano problemi di affollamento, bassa frequenza e una percepita minore sicurezza rispetto ai mezzi privati. La sfida, quindi, è rinnovare il TPL con interventi mirati che incrementino non solo la qualità dei mezzi, ma anche la frequenza e la puntualità dei servizi, per renderli competitivi con l’auto privata.
La mobilità locale e la rivoluzione della prossimità
Un elemento chiave emerso dal rapporto è il peso crescente della mobilità locale, che rappresenta circa il 75-80% degli spostamenti giornalieri, con una predominanza di tragitti sotto i 10 km. Questo fenomeno si è acuito durante la pandemia, quando molte persone si sono orientate verso spostamenti più brevi, spesso a piedi o in bicicletta. La “mobilità di prossimità” è tornata a livelli più contenuti dopo la pandemia, ma resta una componente importante del comportamento di mobilità degli italiani, confermando la necessità di potenziare infrastrutture per la micromobilità e rendere le città più accessibili per chi si muove su brevi distanze.
La percezione della mobilità sostenibile e il divario con la realtà
Nonostante l’attenzione crescente verso l’ambiente, il cosiddetto “tasso di mobilità sostenibile” (percentuale di spostamenti effettuati con mezzi a basso impatto) si attesta sotto il 30%, ben lontano dal picco del 38% registrato durante la pandemia. La mobilità pedonale e ciclistica, incentivata durante il lockdown, ha registrato un forte arretramento, riflettendo una “resistenza delle abitudini” che ostacola il passaggio a modelli più sostenibili. Sebbene la condivisione della mobilità (sharing mobility) rappresenti una soluzione interessante, il suo impatto rimane limitato alle grandi città, dove la densità di popolazione e la domanda di servizi di micromobilità sono più elevate.
La sfida del futuro per il trasporto pubblico e tradurre in comportamento l’intenzione dichiarata di mobilità sostenibile dell’utenza in azione concreta
La propensione al cambiamento modale: dichiarazioni e realtà
Un indicatore interessante fornito dal rapporto è la propensione dichiarata degli italiani al cambiamento modale. Molti esprimono un desiderio di utilizzare di più i mezzi pubblici, ma questi auspici raramente si traducono in comportamenti concreti. Il picco di interesse per i mezzi pubblici si è registrato nel 2012, ma è poi calato progressivamente, tornando nel 2022 a livelli simili a quelli di inizio millennio. Questo divario tra intenzioni e comportamenti reali rappresenta una sfida per i decisori pubblici, che devono creare un TPL capace di rispondere alle aspettative degli utenti, in termini di comfort, sicurezza e accessibilità.
Gli impatti della pandemia e le sfide del futuro
La pandemia ha avuto un impatto significativo sui modelli di mobilità. Durante il lockdown, l’uso della bicicletta e della mobilità pedonale è aumentato notevolmente, ma questi cambiamenti si sono rivelati temporanei. La progressiva ripresa del pendolarismo e la preferenza per l’auto, a discapito del trasporto pubblico, segnalano una forte resilienza dei modelli tradizionali di mobilità.
Il rapporto di ISFORT sottolinea l’importanza di strategie di de-sincronizzazione degli orari, utili a ridurre la concentrazione di domanda nelle ore di punta e migliorare la distribuzione del traffico lungo l’arco della giornata. Per il futuro, il rapporto prevede uno scenario sfidante, ma anche ricco di opportunità. Per rispondere ai crescenti costi energetici e alla domanda di mobilità sostenibile, il TPL dovrà trasformarsi in un sistema flessibile e intermodale, integrando diverse modalità di trasporto e promuovendo una mobilità “as a Service” (MaaS) che permetta agli utenti di pianificare i propri spostamenti in modo integrato, includendo mezzi pubblici, micromobilità e sharing mobility.
Il 20° Rapporto sulla mobilità degli italiani dipinge un quadro complesso, dove la sfida principale resta il superamento di abitudini consolidate a favore di un sistema di mobilità più sostenibile e intermodale. Se da un lato la resistenza delle abitudini rallenta il cambiamento, dall’altro le tendenze emerse indicano una crescente consapevolezza ambientale e una propensione verso modelli di prossimità e mobilità attiva, almeno nelle aree urbane. Per i decisori pubblici e gli operatori del settore, l’obiettivo sarà rendere il TPL un’opzione più attraente e accessibile, capace di competere con l’auto privata, non solo migliorando le infrastrutture ma anche integrando servizi e piattaforme per rispondere ai bisogni di una società in evoluzione.