mercoledì, Febbraio 5, 2025

Collezionismo. Il lusso Ferrari e le democratiche Panda 4×4

UNA PASSIONE INTRAMONTABILE

Nell’intervista, Stefano Nada, alla guida della storica Giorgio Nada Editore, esplora l’evoluzione del collezionismo automobilistico e del mercato editoriale legato a questo mondo. Il cambiamento generazionale ha modificato il profilo del collezionista: ai grandi appassionati degli anni ‘90 e 2000 è subentrata una nuova generazione meno fidelizzata e con minori disponibilità economiche. Questo ha portato alla crescita del segmento “young timer” e di vetture di fascia media, rendendo più accessibili auto un tempo considerate “comuni”, come la Panda 4×4. Tuttavia, il mercato del lusso resta separato, dominato da vetture iconiche che raggiungono cifre stratosferiche nelle aste internazionali

Operare da oltre trent’anni nel settore dell’editoria automobilistica, in un ambito in cui la “passione” ha svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale, permette di guardare in maniera trasversale il mondo del collezionismo potendone dare un giudizio complessivo con cognizione di causa. Proprio il tema del “collezionare automobili e veicoli d’epoca” è quello che si è voluto affrontare con Stefano Nada, dal 2020, a valle della scomparsa del padre Giorgio, guida dell’omonima casa editrice, mentre – sempre proseguendo nel solco di una gestione familiare – sua madre Silvia e suo fratello Sergio continuano a occuparsi della storica Libreria dell’Automobile, in corso Venezia a Milano. Il primo quesito può forse apparire scontato, ma certo costituisce il punto da cui prendere le mosse per affrontare il tema.

Come si è evoluto il mondo del collezionismo, diciamo, in questi ultimi vent’anni?
Screenshot 2024 12 20 103025

Mi sentirei di rispondere osservando l’evoluzione del mercato librario nel nostro specifico settore, un cambiamento che, a mio avviso, può essere considerata un po’ lo specchio di quanto accade a livello collezionistico. Mi spiego: quando mio padre, oltre trent’anni fa, diede vita alla Giorgio Nada Editore, esisteva uno “zoccolo duro” di collezionisti – all’epoca relativamente giovani – con una più che buona capacità d’acquisto, fedelissimi della Libreria dell’Automobile e, per caduta, della neonata Casa editrice, che acquistavano i nostri libri quasi “a prescindere” e in modo continuativo, fidelizzandosi in altre parole al Marchio. Poi, naturalmente, c’erano i collezionisti, chiamiamoli così, “tematici”, ossia quelli che acquistavano tutto quanto l’editoria italiana e straniera poteva offrire su uno specifico marchio: Ferrari, Porsche, case inglesi e così via. Ebbene, questo tipo di clientela posso dire che è proseguita sino all’alba del Duemila.

Oggi il parco macchine dei collezionisti che partecipano ai raduni è più “recente” rispetto al passato

Screenshot 2024 12 20 102735
Stefano Nada
E poi cos’è successo?

E poi, non soltanto per raggiunti limiti di età di quella specifica clientela, quel mondo è progressivamente cambiato. In un quadro complessivo nel quale, per molteplici ragioni – si pensi all’avvento della moneta unica europea, ai diversi momenti di recessione vissuti
nella prima decade del nuovo millennio, oltre, naturalmente, ai pesanti strascichi lasciati dal Covid – tutto è rapidamente cambiato, anche il mondo dei collezionisti ha mutato pelle. In primis, non si è avuto un vero cambio generazionale, ossia a quella categoria di acquirenti cui facevo riferimento prima non se n’è avvicendata un’altra di pari caratteristiche e orientamenti. In altre parole, quelli che oggi costituiscono la classe media, ossia quelli compresi in una forbice fra i trenta e i cinquant’anni, acquistano nel complesso meno, sono meno fidelizzati e cercano un prodotto meno esclusivo Stefano Nada ma comunque di contenuto, con un prezzo di copertina più limitato rispetto a un tempo. Prova ne sia, che da una decina d’anni a questa parte, anche nel nostro ambito i libri di solo testo o, comunque, a forte prevalenza di testo, hanno iniziato a essere apprezzati e cercati, cosa che già solo quando nacque la Casa editrice era abbastanza impensabile. Al tempo andavano per la maggiore i grandi illustra ti di fascia alta, oggi non è più così.

Tutto ciò premesso, qual è la ripercussione o il riflesso che vede sul mondo del collezionismo di automobili?

Credo che questo sia un po’ lo specchio di quanto accade nel nostro mercato. Oggi basta farsi un giro in uno dei molteplici raduni che attraversano il nostro Paese – intendo raduni di fascia media – per vedere quanto, nel complesso, il “parco macchine” sia più recente. Ma è giusto così, perché proprio in ragione del cambio di pubblico deve necessariamente cambiare anche l’oggetto di interesse di questo specifico pubblico, è inevitabile. Non è certo un caso, del resto, che si sia fatto progressivamente strada il termine “young timer” che, come ben sa, è un termine che fotografa proprio questo fenomeno, che sintetizza dunque questo cambiamento.

Screenshot 2024 12 20 102414
E tutto ciò ha naturalmente anche un riflesso sul mercato dell’automobile da collezione…

Certo, ma chi poteva immaginare che, oggi, una Panda 4×4, per fare un esempio, in condizioni perfette potesse superare abbondantemente i diecimila euro di valore? C’è stato un tempo non lontano in cui quelle automobili – sbagliando – le “davi dentro per il nuovo”, oggi, se hai spazio e non hai urgenze, non è più così. Il mercato dell’auto d’epoca vive anche su vetture che puoi portarti a casa a cifre abbastanza ragionevoli. Non è più importante il valore assoluto di quell’oggetto ma, piuttosto, cosa rappresenta per te, singolo acquirente privato. Ed è proprio questo mercato che fa sì che ai raduni ci si imbatta sempre più spesso in vetture di fascia collezionistica media.

Screenshot 2024 12 20 102333
Eppure, nelle grandi aste internazionali continuano a esserci vetture che passano di mano a cifre da capogiro. Solo lo scorso autunno, l’ennesima Ferrari 250 GTO è stata battuta a oltre 51 milioni di dollari…

Vede, prima facevo riferimento ai raduni di “fascia media”. L’esempio che porta non appartiene naturalmente a questa categoria. Quel tipo di collezionismo andrebbe in realtà definito “fondo di investimento” e non collezionismo. A mio avviso, quella è un’altra storia, che ha poco a che vedere anche con la passione. E poi c’è un aspetto che non va dimenticato: il mondo del lusso non muore mai, non conosce crisi, non conosce flessione, perché sta a un livello troppo alto, in un mondo a parte. Altrimenti non ci si spiegherebbe come una Ferrari – tanto per restare in ambito di assoluta eccellenza – possa costantemente chiudere tutti i bilanci di fine anno in crescita costante. Però, tanto per chiudere il cerchio, quella stessa clientela – diciamo così – di “fascia stellare”, non è affatto detto che oggi compri il libro che tratta di automobili e, questo, credo, ci porterebbe a tante altre considerazioni.

Redazione
Redazionehttps://www.pianuranetwork.com
La Redazione di Pianura Network racconta e valorizza le eccellenze del territorio, dando voce alle imprese locali che si distinguono per impegno e innovazione. Con un team dedicato, seleziona e condivide contenuti di qualità, offrendo una vetrina digitale alle realtà imprenditoriali locali.
Articoli correlati

Continuità e innovazione nelle scelte degli Italiani

REPORT SULLA MOBILITÁ Il 20° Rapporto sulla mobilità degli italiani, pubblicato da ISFORT, fotografa l’evoluzione dei comportamenti di mobilità in Italia nell’arco di due decenni,...

Distanze, generazioni e smart working. Come si spostano i lavoratori nell’area di Pianura Network

I DATI DI PIANETA SUI TRASPORTI PUBBLICI Le province lombarde dell’area di Pianura Network raccontano una realtà variegata, in cui meno di un lavoratore su...

Cristinelli (FAI):”Nella logistica l’autotrasporto porta una visione human centric”

INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA FAI BERGAMO Il settore dell’autotrasporto è spesso considerato una delle colonne portanti dell’economia italiana, ma altrettanto spesso non viene pienamente riconosciuto...
- adv -300x250

I più letti