mercoledì, Dicembre 18, 2024

Se nel mercato dell’auto non è tutto Verde quel che luccica

SOSTENIBILITÀ A OSTACOLI

Il settore automobilistico europeo è in piena crisi e le strategie del Green Deal sembrano aver avuto l’effetto opposto a quello sperato. Con le immatricolazioni di auto nuove in caduta libera e il mercato dell’elettrico che registra flessioni record, il panorama diventa sempre più fosco. Questo articolo analizza le cause della crisi, dalla politica ideologica a livello europeo, fino alla crescente sfiducia dei consumatori, che preferiscono orientarsi verso auto usate piuttosto che investire in elettriche costose e poco pratiche. Le conseguenze sono devastanti: fabbriche in difficoltà, posti di lavoro a rischio e un mercato che non risponde agli stimoli previsti. È tempo di ripensare la transizione e di tornare a mettere al centro il consumatore con soluzioni più concrete e meno ideologiche

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Qualcuno potrebbe dire “nel baratro”, considerando che nell’agosto di quest’anno le immatricolazioni in Europa sono crollate del 18,3% rispetto all’agosto 2023 e per le elettriche è stata una vera e propria ecatombe: meno 43,9%. È indubbio che questo sia principalmente dovuto alla dittatura ideologica del vecchio Parlamento europeo con le imposizioni quasi dittatoriali all’industria automobilistica. Industria che ha speso miliardate di euro per progettare e mettere sul mercato auto a batteria che pochi (ricchi) hanno acquistato e che pochissimi (classe media e meno abbiente) possono permettersi e, se lo potessero, si troverebbero in grave difficoltà pratica per i motivi che tutti sappiamo e che è inutile qui citare in modo ridondante. C’è incertezza, insomma, sul futuro e nell’attesa molti si tengono l’auto che hanno in casa, anche perché obiettivamente le automobili prodotte dal 2005 in poi non sono in genere obsolete nel comportamento stradale pur se sono prive dei più recenti strumenti elettronici per la sicurezza (frenata automatica, tenuta di corsia, avvisi di pericolo…) ma avevano già in gran parte Abs, Esp e Airbag. E sono anche robuste, non è raro trovarne in ottime condizioni con percorrenze ben oltre i duecentomila chilometri. In merito, interessante quanto appreso durante un nostro incontro con Gianmarco Giorda, direttore generale ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) in merito alla crescita esponenziale del mercato dell’usato negli ultimi mesi: la filiera italiana della componentistica, ricambi e dell’aftermarket è molto ricca e importante e l’invecchiamento del parco auto nazionale non può che portare naturali benefici al settore. Certo se non si vendono auto nuove presto non ci sarà più tanto usato. Ma niente paura, pur in crisi, il mercato del nuovo avrà sempre molti clienti, persino per le elettriche, grazie alle formule finanziarie “zero problemi” e con valore di ritiro garantito a fine noleggio o leasing. Formule che i concessionari e multi marche più attenti al mercato già propongono con successo alla clientela.

I sondaggi dicono che sono la praticità, l’economicità, la comodità e il prezzo
a convincere chi deve comprare un’auto per la famiglia

Gianmarco Giorda
Gianmarco Giorda

Ma perché?

Perché dovremmo “non-guidare” e stare a bordo di auto che nella pubblicità ci parlano di tutto fuorché del piacere di guida e più raramente della sicurezza esaltando la connettività e gli schermi sempre più grandi che distraggono ben di più dei telefoni portatili? E perché delle elettriche si esaltano potenze fuori dall’ordinario corrispondenti alla potenza di picco e non a quella continua omologata (e per questo case serie come Porsche e Audi dicono “fino a…”) e gli 0-100 km/h in pochi secondi tali da mettere a dura prova i riflessi di un normale guidatore? Perché dovremmo comprarle?

Basta un semplice sondaggio per capire che siano innanzitutto la praticità, l’economicità, la comodità e il prezzo (ma toh… lo sentenziava l’economista Philip Kotler) a convincere chi deve acquistare un’auto per la famiglia. Per chi vuole invece l’auto per il puro piacere e il divertimento non ci sono dubbi: emozioni e dunque bellezza, potenza, prestazioni, sicurezza e ovviamente il massimo del piacere di guidare… senza andare in ansia quando l’indicatore di energia è sotto i due terzi. Insomma, la scellerata imposizione europea del 2025 per le emissioni e 2035 per la vendita si sole auto elettriche (e volendo anche a pedali) sta distruggendo uno dei più importanti comparti industriali europei rischiando di creare una enorme platea di disoccupati e in merito ci viene in mente un operaio dell’ex ILVA di Taranto quando disse “non so se sia meglio morire di smog o di fame!”

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Dovremo usare meno il nostro ingegno per campagne fantasiose e più per riuscire a capire davvero ciò che la gente vuole
John Benson
Ex Presidente dell’American Association of Advertising Agencies, in un suo articolo del 1936 nel Journal of Marketing

Detto questo, dobbiamo stare a guardare, fare ipotesi non è facile ma allo stesso tempo non sarebbe difficile comunicare soluzioni più immediate e concrete per migliorare la situazione ambientale, come è emerso in un recente convegno organizzato da Autopromotec: biocarburanti ed e-Fuel in primis e subito il GPL (in Italia si produce già in quantità “bio GPL”) oltre a nuovi motori di cui è annunciato lo studio come il sei tempi di Porsche e il nuovo a idrogeno di Toyota. Ancora, Gianmarco Giorda ci ha fatto notare come l’industria dell’auto ha ridotto negli ultimi decenni di oltre il 50% il volume delle emissioni, ma davanti al “pensiero unico” si ha paura di comunicare che le emissioni oggi sono valutate per lo più allo scarico e non anche alla provenienza dell’energia per produrre e altri aspetti connessi. Insomma si deve iniziare a parlare di “diversamente sostenibile” e “sostenibilità concreta e consapevole” comunicando per esempio che cambiare le gomme con il battistrada a tre millimetri anziché due (se sono ovviamente in buone condizioni) è uno spreco come ci ha detto il CEO di Michelin Italia e produce ulteriori polveri sottili, polveri che i pneumatici delle elettriche (essendo queste ben più pesanti) emanano un po’ di più che quelli delle termiche. E allora, per concludere, dunque: dove va il mercato? Probabilmente dove le Case saranno in grado di indirizzare la clientela interrogandosi sui veri desideri e tornando un po’ a enfatizzare la gioia e il piacere di guidare un’auto brillante e bella e non pubblicizzando le come fossero lavatrici e frigoriferi incapaci di fornire emozioni.

Redazione
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