domenica, Dicembre 22, 2024

Pianura in movimento. Le auto green crescono a macchia di leopardo

I DATI DEL MERCATO DELL’AUTO LETTI E ANALIZZATI DA PIANETA

Il 2024 mostra un andamento variegato nella diffusione delle auto elettriche e ibride nelle province della pianura lombarda. Le ibride dominano il mercato con il 37,6% delle nuove immatricolazioni, mentre le elettriche si fermano al 4,5%. Le province di Bergamo e Lodi si distinguono per l’aumento delle immatricolazioni green, mentre Brescia e Pavia segnano un forte calo. La sfida resta nella capacità di conciliare costi e infrastrutture

Stop and go. La strada della mobilità green è ancora punteggiata di curve, frenate, timide accelerazioni. Vale anche e soprattutto per la mobilità privata, le scelte con crete dei cittadini – ma anche delle aziende in sede di pianificazione della flotta aziendale – nel momento in cui si trovano ad acquistare una nuova auto. Il 2024 consegna un trend “tiepido” anche in pianura: il full electric stenta a decollare e nel corso di quest’anno si registra, anzi, un calo delle immatricolazioni, mentre crescono le ibride e reggono – ancora con il segno positivo – le auto a benzina. La fotografia scorre nei dati elaborati da UNRAE, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, che ha analizzato i flussi di immatricolazioni da gennaio ad agosto 2024 nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova e Pavia, messi a confronto col medesimo periodo del 2023. L’elemento positivo è l’aumento complessivo delle immatricolazioni, passate dalle 54.703 del 2023 alle 58.825 del 2024 (+7,5%), ulteriore indice di una vitalità economica dell’area della pianura. Ma a spiccare è in primis la flessione delle nuove auto elettriche, in calo del 5,5% rispetto a un anno fa: per questo tipo di alimentazione si sono contate 2.618 immatricolazioni tra gennaio e agosto 2024, contro le 2.771 del 2023. La transizione è morbida, graduale, e mostra ancora una predilezione per delle soluzioni intermedie, e lo racconta il successo delle ibride elettriche: con 22.137 immatricolazioni nel 2024, è questo il tipo di alimentazione più gettonato, tra l’altro con un balzo del +14,2% rispetto alle 19.381 del 2023; “tengono” anche le ibride elettriche plug-in, in crescita del 3,2%, ma il segmento di mercato presenta numeri decisamente contenuti (sono state solo 1.760 le immatricolazioni nel 2024, contro le 1.705 del 2023). E la benzina? È ancora una scelta gettonata, visto che tra gennaio e agosto 2024 si sono contate 20.610 immatricolazioni, in incremento del 10,6% sulle 18.638 dell’anno precedente. Il diesel invece prosegue la discesa ed evidenzia una diminuzione del 16,7%, con 5.582 immatricolazioni nel 2024 contro le 6.703 del 2023.

Costi troppo alti, mancanza di infrastrutture per la ricarica e Incentivi insufficienti. Questi i fattori
della frenata del mercato dell’auto elettrica

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Elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE – Metodo UNRAE

«I dati – osserva Aldo Cristadoro, direttore scientifico di PiaNetA, l’Osservatorio di Pianura Network – suggeriscono che il mercato si stia fermando. La transizione all’elettrico sconta almeno tre fattori. Il primo riguarda i costi troppo alti di questi veicoli, a fronte di un risparmio di esercizio che non garantisce un ritorno dell’investimento. C’è poi un tema di reputation, relativo al fatto che la presenza delle colonnine è ancora poco capillare e i tempi di ricarica sono mediamente lunghi: o si vive in una città ben infrastrutturata o si fa fatica a garantire la ricarica. Infine c’è il tema degli incentivi, ancora insufficienti e a macchia di leopardo».

Le immatricolazioni di auto elettriche nel 2024 sono aumentate nelle province
di Bergamo e Lodi. Le ibride elettriche crescono ovunque, la benzina mantiene il segno più in tutte le province

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Elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE – Metodo UNRAE

Più il reddito medio è alto,
più è elevata la diffusione di vetture
con alimentazione sostenibile

Letti da un’altra prospettiva, i dati più recenti restituiscono l’immagine di un mercato in cui il full electric stenta ancora ad affermarsi pienamente. Sul totale del volume delle immatricolazioni nel bacino della pianura a gennaio-agosto 2024, le vetture elettriche rappresentano infatti solo il 4,5%, mentre le elettriche plug-in il 3%. Di contro, l’immagine della transizione ancora gradua le si coglie dal fatto che le ibride elettriche siano state il 37,6% delle immatricolazioni, solo di poco superiori al «peso» delle auto a benzina, che ancora costituiscono il 35% delle nuove auto; a completare il quadro si aggiungono, in ordine, le auto a Gpl (ancora il 10,3% delle nuove immatricolazioni), quelle diesel (9,5%) e quelle a metano (0,1%).

A macchia di leopardo

Scompattando i dati, nella pianura si nota uno scenario differenziato. Non in tutti i territori, infatti, si legge la stessa tendenza: le immatricolazioni di auto elettriche sono aumentate nelle province di Bergamo (+7,9%) e Lodi (+6,1%), a fronte di cali anche bruschi tra Brescia (-12,8%), Cremona (-4,3%), Mantova (-9,4%) e Pavia (-16,4%). Le ibride elettriche crescono ovunque, fino al picco del +32,2% di Cremona, così come la benzina mantiene il segno più in tutte le province (l’incremento maggiore a Lodi, +14,9%). Guardando al mercato dell’auto nel complesso, i primi otto mesi del 2024 registrano performance positive in ogni provincia: le immatricolazioni sono cresciute del 18,8% a Cremona, del 10,4% a Lodi, dell’8,8% a Brescia, del 5,6% a Mantova, del 5% a Bergamo, del 2,8% a Pavia.

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Elaborazioni Centro Studi e Statistiche UNRAE – Metodo UNRAE

Una transizione lenta

Le immatricolazioni dei primi otto mesi del 2024 raccontano solo l’ultimo miglio di questa transizione. Ma quanto sono diffuse le auto elettriche e le ibride? Lo spaccato che si ricava dalla banca dati dell’Automobile Club d’Italia – aggiornata a fine 2023 – suggerisce che ci sia ancora parecchia strada da fare. Nelle sei province della pianura si contano 16.224 auto full electric, pari allo 0,6% del totale del parco auto circolante (2.576.899 autovetture). Si tratta comunque di una performance migliore alla media nazionale, che vede le auto elettriche attestarsi allo 0,5% del parco circolante (219.540 su 40.899.361 auto). Se alle elettriche si aggiungono anche le ibride, in pianura si sale a 155.874 auto “green”, il 6% del totale (contro il 5,9% di media nazionale). Scavando tra i diversi territori della pianura, Brescia è la sesta provincia in Italia per incidenza di auto elettriche (lo 0,8% del parco circolante), mentre la somma tra full electric e ibride vede i risultati migliori nelle province di Bergamo, Cremona e Pavia (tutte attorno al 6,4% del parco circolante e tra il 21° e il 23° posto in Italia).

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Fonte: elaborazione su dati ACI

Una questione di possibilità

Lo sguardo più ampio al parco circolante in Italia permette di cogliere un elemento che sembra fare da driver in questo processo di transizione: la disponibilità economica delle persone. L’analisi dei dati dell’Automobile Club d’Italia (Aci) relativi al parco auto circolante a fine 2023, incrociati con i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sulle dichiarazioni dei redditi presentate nello stesso anno, indicano una tendenza per cui la presenza di «auto green» (intesa come l’incidenza di auto elettriche e ibride sul totale del parco circolante) è correlata al reddito medio dei contribuenti: più in una provincia il reddito medio è alto, più è elevata la diffusione di vetture con alimentazione più sostenibile. Trento, Bolzano, Firenze e Aosta si segnalano come le province con le quote più alte di parco circolante «green». «Le analisi di correlazione – aggiunge Aldo Cristadoro – ribadiscono come là dove ci siano incentivi più marcati, ed è il caso di Trento, Bolzano e Aosta grazie a interventi delle amministrazioni locali, il mercato regge e permette di includere anche fasce di popolazione che diversamente non potrebbero permettersi questo investimento. Si torna così al tema della reputation: se il target delle auto elettriche è livellato verso l’alto, resiste così ancora una competizione forte da parte delle
auto a motore endotermico di fascia alta».

Luca
Luca Bonzanni
Giornalista esperto nell'uso dei dati, collabora con L’Eco di Bergamo e Avvenire occupandosi in particolare di demografia, mercato del lavoro ed economia, politiche sociali e sanitarie, giustizia.
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