venerdì, Ottobre 18, 2024

La «Via Verde» per traghettare le assicurazioni nell’economia Planet Friendly

UNIPOLSAI

La strategia per la riduzione delle emissioni verso il Green Deal europeo vede impegnato anche il mondo assicurativo. UnipolSai ha da sempre posto una forte attenzione al tema della tutela dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici. Giulia Balugani, Sustainability manager di UnipolSai Assicurazioni S.p.a.: «Il nostro gruppo promuove da sempre progetti rivolti alle aziende, in stretto contatto con la direzione tecnica, lato prodotti, in modo da cogliere insieme opportunità di interesse per le aziende. La strategia climatica per la riduzione delle emissioni e la conseguente rendicontazione tocca anche alle imprese di grandi dimensioni con politiche precise e impegni assunti verso tutti gli stakeholder»

unipolsai la via verde cover

Il Gruppo Unipol aderisce a iniziative internazionali di riferimento per la lotta ai cambiamenti climatici

unipolsai giulia balugani
Giulia Balugani

Già nel 2015 il Gruppo Unipol ha pubblicato il position paper «Unipol per il clima», nel quale ha declinato la propria visione sulla necessità di attivare un modello di prevenzione e gestione delle catastrofi naturali basato sulla collaborazione tra pubblico e privato, che adotti i meccanismi mutualistici di natura assicurativa per gestire i crescenti rischi derivanti dal cambiamento del clima e far fronte agli ingenti risarcimenti attesi, in particolare nello specifico contesto nazionale italiano. A giugno 2022, il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Unipol ha inoltre adottato la strategia sul cambiamento climatico. Facendo riferimento alle raccomandazioni emanate dalla Tcfd (Task Force on Climate-related
Financial Disclosures), Unipol sta consolidando il suo percorso di rendicontazione di informazioni finanziarie connesse al clima. In coerenza con l’impegno del Gruppo a supportare la transizione verso un’economia e una società a basse emissioni di carbonio,
il Gruppo Unipol aderisce a iniziative internazionali di riferimento per la lotta ai cambiamenti climatici.

I principi di responsabilità

Nel 2017 Unipol ha sottoscritto i Principles for Responsible Investment impegnandosi a integrare criteri sociali, ambientali e di governance nella valutazione
degli investimenti. Nel 2018 il Gruppo Unipol ha aderito all’Un Global Compact, iniziativa che richiede alle aziende e alle organizzazioni che vi aderiscono di condividere, sostenere e applicare nella propria sfera di influenza un insieme di principi fondamentali relativi a diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione. A novembre 2020 Unipol è diventato supporter della Task-Force on Climate-related Disclosure per consolidare il proprio impegno a rendicontare informazioni connesse al clima. A marzo 2021 Unipol è diventato firmatario di UNEP FI Principles for Sustainable Insurance. A maggio 2022 Unipol ha inoltre aderito alla Net Zero Asset Owner Alliance, iniziativa supportata dalle Nazioni Unite, impegnandosi in questo modo a ridurre le emissioni dei propri portafogli di investimento a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 e ad agire per ridurre le emissioni di gas serra attraverso l’engagement delle aziende investite, definendo specifici target intermedi.

Strategia climatica e rendicontazione per le grandi imprese

Balugani, sustainability manager

UnipolSai aderisce inoltre al Climate Action 100+, una partnership promossa dagli investitori per coinvolgere le aziende più inquinanti in termini di emissioni di gas a effetto serra per migliorare il governo del fenomeno del cambiamento climatico, ridurre le emissioni e rafforzare la trasparenza finanziaria su questi temi. Unipol Gruppo è infine «CDP investor signatory» al fine di promuovere la divulgazione di informazioni relative all’ambiente e conseguenti impegni in tal senso; Unipol stessa partecipa al Cdp, tramite la compilazione del questionario climate change. Giulia Balugani, Sustainability manager di UnipolSai Assicurazioni S.p.a., evidenzia come «il nostro gruppo promuove da sempre progetti rivolti alle aziende, in stretto contatto con la Direzione Tecnica, lato prodotti, in modo da cogliere insieme opportunità di interesse per le aziende. La strategia climatica per la riduzione delle emissioni e la conseguente rendicontazione coinvolge in primo luogo le imprese di grandi dimensioni, con politiche precise e impegni assunti verso tutti gli stakeholder».

Possiamo affermare che negli ultimi anni è cresciuta in maniera esponenziale la sensibilità sulle questioni che riguardano sostenibilità e ambiente. «La tematica viene affrontata a 360 gradi, partendo dal presupposto che l’attenzione delle imprese è decisamente crescente e riguarda vari aspetti delle performance ambientali. Oggi inoltre (a seguito, purtroppo, dell’aumento di frequenza e gravità degli eventi estremi) è in crescita la consapevolezza delle imprese di doversi proteggere dai rischi legati al cambiamento climatico; come assicurazione contribuiamo in diversi modi per sostenere la transizione, sia nel ruolo assicuratore sia di investitore istituzionale». Nel pratico, quali sono le regole di entratura da parte di UnipolSai? «Individuiamo meccanismi che possano aumentare la consapevolezza delle singole aziende e li supportiamo nel definire piani di adattamento, cercando di collaborare anche con il settore pubblico. L’obiettivo è, infatti, una partnership su più livelli in modo da affrontare tutti insieme una questione prioritaria e di grande rilevanza per il mondo intero».

I cambiamenti climatici portano conseguenze pesanti anche a livello di fenomeni atmosferici particolarmente violenti, con una crescita di fenomeni e danni. «Negli ultimi anni la gravità e la frequenza sinistri è cresciuta in maniera notevole. UnipolSai ha realizzato due progetti, cofinanziati dall’Unione Europea, dedicati alle PMI e al settore agroalimentare, con l’obiettivo di costruire strumenti di consapevolezza rispetto a rischi climatici. Sono molto importanti perché in un contesto di rischio crescente è sempre più difficile garantire l’assicurabilità su questo tipo di rischi. È, dunque, fondamentale che anche gli attori economici siano consapevoli dei rischi e delle contromisure che possono adottare. Partendo da questi presupposti, ci sono attività da premiare perché intraprendono percorsi virtuosi, stimolando tutto il panorama imprenditoriale a procedere in tale direzione».

Non possiamo assicurare le imprese che estraggono carbone o generano calore
termico dal materiale fossile per una percentuale superiore al 30% del fatturato

Se da un lato le banche finanziano i progetti e supportano la transizione ecologica, qual è il ruolo delle assicurazioni? «Lato assicurazione, abbiamo posto in essere un meccanismo che vuole andare a comprendere quali sono i principali impatti ambientali, sociali e di governo societario che i nostri clienti possono generare. Per i nostri clienti che sono società di capitali elaboriamo uno Score ESG, in base alle informazioni che siamo in grado di raccogliere sulle loro prestazioni ambientali, sociali e di governance. Per le realtà che evidenziano, potenzialmente, maggiori rischi in relazione a questi temi, attiviamo percorsi di coinvolgimento e, in casi estremi, non le assicuriamo se mostrano comportamenti lontani dai nostri obiettivi.

In base alle nostre politiche, non possiamo assicurare le imprese che estraggono carbone o generano calore termico dal materiale fossile per una percentuale superiore al 30% del fatturato. L’altra sfida, in questo caso di medio periodo, è quella di calcolare la carbon foot print (impronta di carbonio) delle singole aziende e capire come ridurla nel tempo. In base agli obiettivi internazionali, nel 2050 dovremo avere portafogli a emissioni nette zero, mettendo anche in atto meccanismi di dialogo tra imprese assicurate per comprendere come raggiungere insieme obiettivi molto ambiziosi e supportarle nel miglioramento».

È chiaro però che in molti casi le emissioni non si potranno azzerare completamente. «In questi casi sono previsti meccanismi di compensazione, con annessi costi, che prevedono l’acquisto di crediti di carbonio connessi a progetti di assorbimento
delle emissioni. Prima di arrivare a questo, però, è fondamentale ridurre le emissioni quanto più possibile, e tutti dobbiamo chiaramente fare la nostra parte. Anche UnipolSai ha lavorato e sta lavorando per ridurre le emissioni dirette, a partire da quelle che derivano
dall’utilizzo dei propri immobili strumentali. Abbiamo previsto un obiettivo intermedio con il 46.2% di riduzione delle emissioni scope 1 e 2 entro il 2030 (consumi elettrici, gas e altre fonti energetiche tutti gli edifici su cui il gruppo ha un controllo diretto, nonché alla flotta
auto dei dipendenti del gruppo). Alle strategie messe in campo per la diminuzione dei consumi, sommiamo l’acquisto di energia da fonti rinnovabili per quasi la totalità delle nostre attività, a cui seguirà appunto l’ultimo passo che consiste nelle iniziative per la compensazione. Altro ambito fondamentale per un’azienda del settore finanziario è quello degli investimenti. Ci siamo impegnati a ridurre del 50% entro il 2030 l’intensità di carbonio dei nostri portafogli di listed equities e publicly traded corporate bonds gestiti direttamente. Entro il 2024 saranno raggiunti 1,3 miliardi di euro di investimenti tematici (a partire dagli 862,2 milioni di euro investiti a fine 2021) a supporto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, inclusi quelli per la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente, gli ecosistemi terrestri, marini e di acqua dolce (come gli investimenti in energie rinnovabili ed ecoefficienze, mobilità sostenibile, acqua, gestione sostenibile delle foreste, agricoltura biologica
ed ecoinnovazione)».

Come si sposa la sostenibilità ambientale con quella economica? «Si tratta di un tema strettamente attuale, perché spesso la sostenibilità richiede investimenti importanti dettati da ragionamenti complessi e non basta spegnere la luce o cambiare le lampadine. L’aumento dei costi delle materie prime e la pandemia hanno sicuramente pesato sulla transizione, ma è altrettanto vero che viviamo in un contesto dove la pressione del mercato su questa tematica è tangibile, così come la normativa a livello europeo punta tutto sulla sostenibilità. Le aziende che non si muovono in questa direzione rischiano di non essere più adeguate alle normative e anche gli immobili che non subiscono un adeguamento finiscono per perdere valore».

Il ruolo di UnipolSai è quello di accompagnare le aziende clienti? «Forniamo consulenza sulla valutazione del rischio per addivenire a processi virtuosi, offrendo anche servizi di loss prevention ai nostri clienti, con l’obiettivo di ridurre i rischi derivanti dal cambiamento climatico, affrontando anche le problematiche relative alla cyber sicurezza. I numeri inseriti nel nostro bilancio sociale indicano un milione di imprese clienti, delle quali circa 220mila sono società di capitali».

L’obiettivo è la transizione verso il Green Deal europeo. «Come società finanziarie e assicurative si lavora per veicolare capitali verso le imprese che intendono procedere verso la transizione ecologica, classificando anche i prodotti di investimento in base alle caratteristiche di sostenibilità. UnipolSai ha inserito questa importante tematica già nel primo rapporto sociale datato 1993, mentre oggi non si tratta più di un impegno volontario, ma imposto da normative che chiedono trasparenza e conseguenti politiche fattive. Tra gli obiettivi strategici del gruppo c’è lo sviluppo di soluzioni assicurative distintive che integrano la crescita economica con gli aspetti ambientali e i fattori sociali, creando valore condiviso con i nostri stakeholder e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e alla realizzazione dell’agenda 2030 nel suo complesso. Nel 2022 Unipol ha incassato premi per 3700 milioni di euro da soluzioni che integrano crescita economica e valore socio ambientale, una quota pari al 27,1 % sul totale della raccolta diretta. Entro il 2024 i premi nel nostro portafoglio deriveranno per il 30% da prodotti a valenza ambientale e sociale. In definitiva ci impegniamo quotidianamente a sviluppare prodotti e servizi in chiave di sostenibilità, perseguendo gli obiettivi 3, 8, 11, 12 e 13 dell’Agenda 2030».

Giorgio
Giorgio Lazzari
Laureato in Economia e in Giurisprudenza, dal 2000 racconto la cultura d’impresa, intervistando i protagonisti delle realtà virtuose. Nutro da sempre la passione per gli approfondimenti, in modo da fornire al lettore informazioni utili con lo sguardo rivolto al futuro.
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