Un importante primo passo che potrebbe portare allo slittamento di cinque anni dell’entrata in vigore della normativa antinquinamento Euro 7. L’Unione Europea, infatti, torna sull’argomento creando un precedente normativo molto importante ed estremamente utile al settore, in grado forse di salvare il motore endotermico.
Ad essere aggiunto all’elenco dei combustibili carbon-neutral è il biocarburante, che ottiene così il riconoscimento di carburante ‘Co2 neutro’ che include anche i biofuel chiesti dall’Italia accanto agli e-fuel da tempo indicati dalla Germania.
A sottolinearlo con una dichiarazione ripresa anche da Quattroruote è l’eurodeputato Massimiliano Salini che ha tra l’altro tenuto a precisare quanto sia importante questo riconoscimento per l’Europa e per la classificazione delle normative Euro 7 in Commissione Ambiente, il cui dossier è sul tavolo dell’Istituzione e verrà votato a settembre prossimo.
Chiariamo: come indicato dalla normativa, il carburante Co2 neutro è un «combustibile rinnovabile e/o sintetico come definito dalla Direttiva 2018/2001, inclusi biocarburante, biogas, combustibile da biomassa, carburante rinnovabile liquido e gassoso per il trasporto di origine non biologica (RFNBO) o un carburante a base di carbonio riciclato (RCF)». Questo vuol dire che per la normativa «le emissioni possono essere assunte come pari a zero» in quanto l’anidride carbonica «incorporata nella composizione chimica del carburante in uso è di origine biogenica» o comunque ne è stata evitata la sua immissione nell’atmosfera.
È un tema importante, su cui l’opinione pubblica dibatte da tempo, con articoli giornalistici e forum dedicati nati da un movimento sempre più scettico verso il vincolo imposto dal solo orientamento verso l’elettrico, il cui mercato – tra l’altro – sembrerebbe rallentare la sua corsa.
Le conseguenze del riconoscimento del ‘Co2 Neutral Fuel’ reintroducono in maniera preponderante il tema della neutralità ecologica alternativa all’indirizzo finora imposto dalla corrente europeista di Frans Timmermans, aprendo a uno scenario che – anche dopo il 2035 – consenta la vendita ed immatricolazione di vetture alimentate con altre fonti, purché ‘neutre’, appunto.
La soluzione consentirebbe soprattutto di salvaguardare migliaia posti di lavoro nella filiera automotive, a fronte di un diktat di difficile sostenibilità per tutte le case produttrici che, a questo punto, avrebbero una valida alternativa.